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Lo strano andamento del risparmio gestito

28 Maggio 2014 14:15
financialounge -  borsa investimenti italia mercati azionari risparmi risparmio gestito
Chi avesse osservato l’andamento di lunedi dei titoli italiani del risparmio gestito quotati in Borsa non noterebbe nulla di strano: a fronte dell’indice Ftsemib su del 3,6%, Azimut è salita del 4,73%, Banca Generali del 3,4%, Mediolanum del 5,01% e Anima Holding del 0,39%.

Le cose però cambiano se si guardano le performance da inizio anno; infatti, se il Ftsemib segna un +13,32% dal primo gennaio al 26 maggio, nello stesso arco di tempo Azimut registra un +4,27%, Mediolanum è in rosso del 3,01% e Banca Generali è in arretramento del 7,35%: Anima Holding invece è poco al di sotto dei 4,20 euro a cui è stata collocata lo scorso 15 aprile in Borsa.

Si tratta di performance che sembrano trascurare del tutto gli ottimi risultati di raccolta dell’industria italiana del risparmio gestito che, con i flussi di aprile diramati lunedi da Assogestioni, l’associazione delle società di gestione italiane del risparmio, ha totalizzato una raccolta netta di 36,5 miliardi di euro nei primi quattro mesi di quest’anno. Allora come mai la Borsa non premia questi titoli?

Per capirlo occorre fare un importante passo indietro e tornare al 30 dicembre 2013. Nell’ultima seduta di Borsa dello scorso anno, il Ftsemib chiudeva a 18.967 punti con un rialzo annuo del 16,56%: il titolo Azimut chiudeva l’anno a +88,07%, Banca Generali a +74,89% e Mediolanum a +64,45%.

Questi significativi extra rendimenti dei tre titoli del settore dell’asset management italiano nel 2013 erano ampiamente giustificati dallo straordinario ritorno di interesse degli investitori sui fondi comuni. Ma il mercato, come sempre accade, si interroga se un così ampio rally di Borsa possa protrarsi nel tempo, ovvero sia giustificato dai dati correnti (quelli relativi ai primi mesi del 2014) e, soprattutto, futuri (seconda parte del 2014 e 2015).

Ecco allora che gli investitori professionali preferiscono incassare le cospicue plusvalenze realizzate nell’ultimo anno e mettersi alla finestra. In attesa di capire se tornare su questi titoli o se sceglierne altri con più interessanti prospettive di crescita.
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