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BCE: la mossa giusta con il timing esatto

27 Maggio 2014 16:15
financialounge -  Asset Backed Securities BCE inflazione LTRO Mario Draghi tassi di interesse
L’esito delle elezioni politiche europee ha fornito il giusto supporto alle prossime mosse della Banca Centrale Europea. Infatti l’incremento delle forze euro-scettiche, significativo ma confinato a una quota che permette ai partiti storici favorevoli all’Europa (Popolari, Socialisti, Liberali, Conservatori) di mantenere saldamente la maggioranza assoluta dell’Europarlamento, permette alla BCE di muoversi senza ulteriori problemi politici sul tavolo che avrebbero potuto condizionarne non poco l’azione.

Detto questo, però, gli esperti concordano nel dire che il Presidente della BCE, Mario Draghi, non può assolutamente sbagliare i tempi e i modi dei prossimi interventi. Per quanto riguarda il timing, sembrano non esserci dubbi: anche ieri, nel corso del primo forum della Banca Centrale Europea sul central banking a Sintra, in Portogallo, Draghi ha ribadito di non essere rassegnato a consentire che l’inflazione resti troppo bassa per troppo tempo.

Tradotto in pratica, significa che il prossimo 5 giugno, durante la riunione mensile, la BCE dovrà alzare il velo sulle mosse che intende intraprendere per contrastare l’inflazione ai minimi e l’incombente pericolo di deflazione. Più delicata la mossa o le mosse che potrebbero essere adottate. Al momento gli esperti ne indicano quattro praticabili.

La prima consiste nel tradizionale taglio dei tassi di interesse, attualmente allo 0,25%: pur riducendoli allo 0,10% si stima che produrrebbero impatti positivi limitati.

La seconda riguarda invece i tassi sui depositi delle banche presso la BCE che da zero passerebbero a negativi: gli istituti di credito dovrebbero cioè pagare un saggio di interessi alla BCE per depositare somme di denaro rendendo tale parcheggio ancora meno conveniente: un’iniziativa che ha una qualche chance di riuscita soprattutto per quanto riguarda il possibile deprezzamento dell’euro.

La terza opzione attiene invece all’acquisto di ABS (Asset Bached Securities), titoli derivati (tramite cartolarizzazioni, operazioni tramite le quali si trasformato crediti in titoli obbligazionari) che includono prestiti alle pmi: un mercato, quello europeo della ABS, di modeste dimensioni e soprattutto poco concentrato nel Sud Europa, dove c’è più necessità di credito alle piccole e medie imprese.

La quarta alternativa è quella di avviare una nuova LTRO (Longer Term Refinancing Operation), operazione di mega finanziamento a lungo termine come quelle del 2011 e del 2012 con la precisa clausola che le banche richiedenti devono impegnarsi a rifinanziare le imprese e non ad acquistare titoli di stato: una misura che, con le opportune messe a punto, potrebbe risultare la più efficace per sbloccare il credit crunch (restrizione del credito) alle pmi del Sud Europa.
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