Contatti

IPO

Si scaldano i motori dell’IPO delle Poste

20 Maggio 2014 10:00
financialounge -  IPO Poste Italiane quotazione
Sarà una delle IPO più importanti, non soltanto in Italia, in termini di risorse richieste al mercato. Ma sarà anche un’operazione molto seguita sia da tutti gli operatori di mercato che dai piccoli e medi risparmiatori. L’IPO delle Poste Italiane, infatti, potrebbe raggiungere i 5 miliardi di euro di capitali richiesti al mercato e coinvolgere asset manager, fondi pensione, gestori patrimoniali e pubblico retail.

L’unica cosa certa, per ora, è che il Governo ha ufficializzato la cessione del 40% del capitale del gruppo postale a investitori istituzionali e risparmiatori. Per il resto si tratta soltanto di stime e previsioni. In attesa che siano chiariti tempi e modalità dell’IPO possiamo tuttavia cominciare a fare qualche ragionamento guardando alle ultime tre offerte pubbliche europee di società omologhe e cioè alla Bpost del Belgio alla Royal Mail del Regno Unito e alla Ctt del Portogallo.

Incrociando i ricavi e i profitti 2013, l’attuale capitalizzazione di Borsa e il numero di uffici postali, gli analisti valutano Poste Italiane intorno ai 12 miliardi di euro. Sempre secondo gli addetti ai lavori, per una riuscita dell’operazione sarebbe auspicabile un collocamento del titolo con uno sconto di circa il 10% rispetto a questo valore con un bonus di un ulteriore 5%, sotto forma di azioni aggiuntive, a chi conserverà i titoli sottoscritti per almeno 12 mesi senza soluzione di continuità. Inoltre, sempre secondo gli esperti di Borsa, il titolo potrebbe offrire un dividend yield tra il 4% e il 6% (in linea con le altre società del Tesoro privatizzate quali Eni, Enel, Snam e Terna).
Se tutte queste ipotesi fossero confermate il sottoscrittore che partecipasse all’IPO di Poste italiane potrebbe aspirare a una rivalutazione del capitale investito del 18,46%. Vediamo perché.

Si ipotizzi che il valore iniziale delle azioni Poste italiane in collocamento in fase di IPO siano pari a 10 euro e che si decida di investire 10 mila euro: ci si vedrebbero assegnati 1.000 titoli (10 mila euro diviso 10 euro). Dopo 12 mesi si potrebbe aver diritto a un dividend yield del 4% lordo (400 euro, il 4% di 10 mila euro, che diventerebbero 296 euro al netto della detrazione del 26% di ritenuta fiscale sugli interessi) e a un bonus del 5% di nuove azioni per aver mantenuto i titoli per almeno un anno: il totale della azioni in nostro possesso diventerebbe quindi 1.050 (le mille sottoscritte inizialmente più le 50 gratuite).

Se, in fase di collocamento, il valore di Poste italiane fosse stato fissato con uno sconto del 10% circa rispetto al valore stimato dagli analisti, è probabile che il mercato, dopo 12 mesi, possa colmare questo sconto facendo salire le azioni da 10 a 11 euro in Borsa: ne deriva che il valore del pacchetto azionario di 1.050 varrebbe 11.550 euro che, sommati ai 296 euro incassati sotto forma di dividendi netti, porterebbe il totale a 11.846 euro, pari per l’appunto a un apprezzamento del 18,46% del capitale investito inizialmente.

Ovviamente si tratta di un esercizio di pura fantasia, in cui molti sono, nella realtà, i parametri in gioco che potranno modificare, e in modo anche sensibile, i risultati effettivi. Ma può comunque aiutare a capire, quando saranno noti i termini dell’IPO, se e quali margini di guadagno potranno esserci per i sottoscrittori.
Share:
Trending