Torna in attivo la raccolta degli ETP sulle commodity

Dopo un quarto trimestre 2013 da dimenticare, è tornata in territorio positiva a livello mondiale la raccolta netta degli ETP (Exchange Traded Products) focalizzati sulle materie prime, cioè l’universo che aggrega gli ETF (Exchange Traded Fund), gli ETC (Exchange Traded Commodity) e gli ETN (Exchange Traded Notes) che, a vario titolo e in modi differenti, permettono d’investire sulle materie prime.

In particolare, tra gennaio e marzo 2014, i flussi di sottoscrizione sono ammontati complessivamente a 271 milioni di dollari (contro i -7,7 miliardi del quarto trimestre dello scorso anno) per effetto di un gennaio ancora sottotono (-1,8 miliardi di adesioni), e di un febbraio (1,1 miliardi) e di un marzo (961 milioni) decisamente ben intonati.

A livello di categorie, nel trimestre si sono distinti gli ETP specializzati sui metalli preziosi che hanno totalizzato un saldo attivo per 268 milioni di dollari, quelli focalizzati sull’agricoltura (217 milioni) e quelli attivi sui metalli industriali (168 milioni) mentre sia gli ETP sull’energia (-211 milioni) che gli ETP diversificati su più commodity (-173 milioni) hanno accusato saldi di disinvestimenti superiori ai flussi di sottoscrizioni trimestrali.

Per effetto di questi flussi e degli andamenti dei prezzi trimestrali delle singole materie prime, a fine marzo 2014, il totale delle masse sottostanti agli ETP mondiali sulle materie prime ammontava a 122,4 miliardi di dollari. La quota di mercato più importante è quella relativa agli ETP sui metalli preziosi con 94,7 miliardi di dollari (pari al 77,3% del mercato): seguono a distanza gli ETP diversificati su più commodity (16,1 miliardi e 13,2% di market share), gli ETP sull’energia (6 miliardi e 4,9% di quota di mercato), gli ETP sull’agricoltura (4 miliardi e 3,3% di market share) e quelli sui metalli industriali (1,5 miliardi e 1,2% di quota di mercato).