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Minore esposizione in Russia ma con più stock picking

7 Marzo 2014 09:50
financialounge -  governance riforme Russia stock picking
Un’economia da tempo “ingessata”, con una leadership vecchia, bassi livelli d’investimento, prospettive demografiche preoccupanti, un’élite politica in fase di consolidamento e nessuno slancio riformista che possa modificare l’attuale traiettoria. È così che vede la Russia il team Global Emerging Market Equity di Morgan Stanley Investment Management (MSIM) che, alla luce degli ultimi avvenimenti in Ucraina e delle prospettive di un crescente rischio politico in Russia connesso alla situazione ucraina, ne ha ulteriormente incrementato il sottopeso in portafoglio di circa un punto percentuale.

In parallelo, però, ha intensificato il ricorso allo stock picking, cioè alla rigorosa selezione di aziende capaci di crescere e di incrementare i profitti a prescindere dalla situazione macroeconomica. Dalla disgregazione dell’ex Unione Sovietica nel 1991, l’Ucraina è divenuta un paese indipendente con orientamenti contrastanti di fedeltà economica e politica verso l’Occidente (legami con l’Unione Europea e la NATO) e l’Oriente (Russia) “È molto difficile prevedere quale sarà il risultato a breve e lungo termine di ciò che sta accadendo in Ucraina: questo conflitto potrebbe essere destinato a durare giacché la Russia non cederà e l’Occidente non rinuncerà a lottare per affermare la sua influenza” sottolinea il team Global Emerging Market Equity MSIM che poi rivela:

“Nel portafoglio Global Emerging Markets Equity non abbiamo esposizioni verso l’Ucraina e sottopesiamo la Russia da diversi anni, in linea con le nostre tesi strutturate riguardanti una serie di fattori, primo fra tutti il fatto che Putin ha perso le caratteristiche di riformista che aveva nei suoi primi anni di potere e ha sempre di più interferito con il libero operare delle forze di mercato.

Riteniamo altresì che la Russia abbia perso le fonti di nuova crescita e non abbia investito a sufficienza in infrastrutture e altri settori chiave durante gli anni d’oro in cui i corsi petroliferi salivano. Alla luce degli ultimi avvenimenti in Ucraina e delle prospettive di un crescente rischio politico in Russia connesso alla situazione ucraina, abbiamo ulteriormente incrementato il sottopeso della Russia di circa 100 punti base (1%). Non è chiaro come si evolverà la situazione e storicamente non effettuiamo correzioni di breve termine nel portafoglio per rispondere agli accadimenti di un qualsiasi paese in una fase di volatilità della politica.

Siamo, tuttavia, convinti che l’attuale crisi possa solo peggiorare le già deboli condizioni macroeconomiche della Russia (tramite un indebolimento del rublo, ulteriori deflussi di capitali e un deterioramento del clima d’investimento). Riteniamo, inoltre, che la sua recente sottoperformance possa essere solo l’inizio di una tendenza; di qui, la maggiore sottoponderazione di questo mercato”.

Tale sottopeso è in parte motivato dalla mancanza di riforme in Russia. Sulla scia di questi avvenimenti, Putin ha guadagnato popolarità a livello nazionale, mentre si è ridotta la probabilità che vengano attuate le importanti riforme economiche di cui il paese ha disperatamente bisogno. Il team Global Emerging Market Equity MSIM sta per liquidare l’investimento in Eurasia Drilling a causa dei suoi fondamentali e sta già ridimensionando l’esposizione a Lukoil, puntando con maggiore determinazione su Novatek. Un ribilanciamento già avviato nel 3° trimestre dello scorso anno e, nella convinzione che questi avvenimenti avranno ripercussioni nel lungo termine, il team Global Emerging Market Equity MSIM sta disinvestendo da società che sono maggiormente legate al contesto macroeconomico della Russia.

“Continuiamo a credere che Novatek, per le specifiche caratteristiche del titolo, possa offrire buoni rendimenti a prescindere dalla situazione macroeconomica. Novatek è la maggiore azienda indipendente operante nel mercato del gas russo, e crediamo che sia in procinto di conseguire ingenti volumi di produzione di gas e liquidi per diversi progetti di medio termine. Poiché questi progetti procedono secondo programma e i prezzi sono stati concordati preventivamente insieme ai maggiori volumi, riteniamo vi sia la possibilità per l’azienda di generare elevati rendimenti. Fondamentale, per il nostro processo d’investimento, è valutare le regole del gioco in tutti i paesi in cui investiamo” riferisce il team Global Emerging Market Equity MSIM.

In Russia, l’economia è da tempo bloccata, con una leadership obsoleta, livelli d’investimento, sia nazionali che diretti esteri, limitati, prospettive demografiche poco incoraggianti, un’élite politica che pensa solo a difendere i diritti acquisiti e l’assenza assoluta di iniziative riformiste capaci di modificare l’attuale tendenza.

“Anche se tutti questi fattori hanno contribuito alla sottoponderazione della Russia negli ultimi anni, la nostra selezione dei titoli ha privilegiato società che offrono un vantaggio competitivo quali quelle del comparto informatico (IT) in larga misura indenne dall’intervento pubblico. L’esposizione del portafoglio in Russia è basata sulle nostre convinzioni riguardanti questi elementi bottom-up. Abbiamo monitorato costantemente la situazione macroeconomica top-down ridimensionando la nostra ponderazione, a seconda delle esigenze, in tempi come questi in cui pensiamo che gli effetti potrebbero essere a lungo termine” tiene a sottolineare infine il team Global Emerging Market Equity MSIM.
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