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Moody’s accende i riflettori sul debito giapponese

31 Gennaio 2014 09:50
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Moody Investors Service afferma che le maggiori banche giapponesi hanno bisogno di ridurre i titoli obbligazionari e di aumentare i prestiti per proteggere i loro bilanci da eventuali perdite a seguito del rialzo dei rendimenti dietro lo stimolo dell’Abenomics del Primo Ministro Shinzo Abe. I dati della Banca del Giappone (BoJ) di novembre mostrano che l’ammontare dei volumi dei finanziatori del debito sovrano nipponico si è attestato all'equivalente di 1.350 miliardi di dollari (circa mille miliardi di euro), solo in lieve calo rispetto al picco di marzo 2012 (1.660 miliardi di dollari).

L’acquisto senza precedenti di titoli governativi nipponici da parte della BoJ sta permettendo agli istituti di credito, come per esempio il colosso Sumitomo Mitsui Financial Group Inc., di alleggerire il possesso di titoli mentre il rialzo dei tassi favorisce la crescita dei profitti dei nuovi prestiti. Sumitomo Mitsui, il secondo istituto di credito in Giappone per valore di mercato, ha tagliato nel corso del 2013 le proprie partecipazioni in titoli di Stato giapponesi del 56 per cento mentre ha incrementato del 4,3% i prestiti domestici.

La BoJ, che ha già spinto i rendimenti dei governativi del Sol Levante a 10 anni fino allo 0,62 per cento, ha stimato nello scorso mese di ottobre che un aumento di un punto percentuale dei rendimenti dei titoli di stato giapponesi causerebbe alle maggiori banche minusvalenze per 2.900 miliardi di yen (ovvero 29 miliardi di dollari o 21 miliardi di euro).

"Le banche nipponiche hanno bisogno di riequilibrare i loro portafogli lontano dai titoli governativi di Tokyo" ha affermato Graeme Knowd, un funzionario delle sede di Tokyo di Moody’s addetto alle relazioni con le istituzioni finanziarie estere che ha poi aggiunto: "Se si dovesse scoprire che l’Abenomics non ha funzionato finendo per lasciare il Giappone con un enorme debito pubblico in più, potrebbe configurarsi uno scenario disastroso per i titoli di stato giapponesi: e, purtroppo, non si tratta di uno scenario con probabilità pari a zero".

Tuttavia, ha tenuto subito a precisare Graeme Knowd, non è certo questo lo scenario principale per Moody’s che, nel suo Global Outlook Macro del mese di novembre ha constatato che esistono segnali incoraggianti e che, inoltre, la politica monetaria più aggressiva adottata dalla Banca del Giappone sta avendo un impatto positivo.

Il governatore della BOJ, Haruhiko Kuroda, sta cercando di aumentare l'inflazione al 2 per cento: a dicembre i prezzi al consumo sono aumentati dell’1,3 per cento a dicembre rispetto all'anno precedente, mostrando un avanzamento più veloce rispetto alle stime di 32 economisti internazionali che avevano previsto un aumento medio dell’1,2 per cento.

Inoltre, il programma di stimolo di Abe alla spesa fiscale e l’allentamento monetario ha contribuito a indebolire lo yen del 18 per cento nei confronti del dollaro l'anno scorso: il deprezzamento della moneta tende ad aumentare i prezzi delle importazioni, aumentando i guadagni all'estero esportatori nipponici.
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