Abenomics

Giappone, Abenomics implementata solo al 50%

29 Gennaio 2014 09:50
financialounge -  Abenomics consumi giappone John Greenwood riforme yen
Il 2013 è stato dedicato all'applicazione dei tre pilastri della cosiddetta 'Abenomics’. “A mio parere, il piano di Abe è stato implementato solo al 50%” tiene a precisare John Greenwood, Chief Economist di Invesco. Il primo "pilastro" era l'espansione fiscale, principalmente tramite investimenti pubblici, durante il 2013, a cui farà seguito un leggero inasprimento nel 2014 a causa dell'aumento dell'imposta sui consumi, un provvedimento deliberato dal governo precedente.

“Questa parte del programma, a nostro giudizio, non è ancora conclusa” ribadisce John Greenwood. Il secondo "pilastro" consiste nell'espansione monetaria; la Banca del Giappone ha acquistato asset per due anni fino a raddoppiare le dimensioni del proprio bilancio con l'obiettivo di portare l'inflazione a raggiungere il target del 2%. Mentre l'espansione del bilancio non ha comportato problemi per la banca centrale, lo stesso non si può dire per le banche commerciali che hanno dovuto incrementare prestiti e credito. Ad oggi, i prestiti bancari sono aumentati dall'1,6% a/a al 2,4% e la massa monetaria estesa (M2) ha accelerato dal 2,7% di gennaio al 4,3% di novembre, senza risultati degni di nota.

“Pertanto solo la metà del secondo "pilastro" è stata portata a termine” confida John Greenwood per il quale, inoltre, l'incremento del tasso di inflazione rappresenta in pratica il risultato dell'indebolimento dello yen e di un aumento dei prezzi dei carburanti e non di un rafforzamento della domanda interna.

Infine, il terzo "pilastro" è la riforma strutturale. In quest'area le autorità hanno in sostanza rinunciato a qualsiasi riforma, evitando importanti riforme del mercato del lavoro, eludendo i piani di liberalizzazione delle tariffe sui prodotti agricoli importati e, in generale, lasciando spazio alle pressioni politiche dei tradizionali sostenitori del Partito democratico liberale (LPD) al governo.

“Per il 2014 prevediamo un PIL reale intorno all'1,6%, un valore leggermente inferiore al previsto 1,8% del 2013 in quanto la ripresa delle esportazioni e degli investimenti pubblici dovrebbe gradualmente rallentare fino a raggiungere un tasso di crescita più sostenibile” argomenta John Greenwood per il quale i consumatori, probabilmente, risentiranno dell'aumento della tassa sui consumi e dell'incremento dei prezzi dei beni importati, mentre il commercio globale non mostrerà con tutta probabilità una ripresa sufficiente a incidere fortemente sulla bilancia giapponese dei conti con l’estero che riflette ancora l'aumento delle importazioni dei prodotti energetici necessari a compensare la chiusura degli impianti nucleari a Fukushima e altrove.

“Infine, per quanto riguarda l'andamento dell'inflazione dei prezzi al consumo (IPC) nel 2014, ritengo che si registrerà un aumento dell'1% nell'intero anno, in quanto l'indebolimento dello yen sarà compensato dalla debolezza della domanda interna” conclude John Greenwood.
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