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Ecco cosa sta causando la correzione dei mercati

28 Gennaio 2014 11:15
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Una fase di correzione dei mercati globali fisiologica dopo i forti rally dei mesi scorsi. Ma che non modifica lo scenario globale 2014 che dovrebbe essere caratterizzato da un’accelerazione della crescita soprattutto nei paesi sviluppati e una diminuzione dei pericoli a livello globale (europei, in particolare). Soltanto la volatilità potrà tornare a riaffacciarsi sui mercati (in particolare quelli dei cambi), alimentata dalle incertezze e dalle vulnerabilità valutarie dei paesi in via di sviluppo.

Sono queste le conclusioni a cui giunge Maria Paola Toschi, Global Market Strategist di J.P.Morgan Asset Management nel commentare la correzione dei mercati iniziata la scorsa settimana. In virtù di queste considerazioni, Maria Paola Toschi ritiene che l’approccio selettivo al mondo emergente diventa sempre più determinante: inoltre un approccio di portafoglio bilanciato e multi-asset rappresenta per Maria Paola Toschi la strategia per affrontare al meglio i mercati del 2014 che vedono ancora un contesto di miglioramento del ciclo economico ma anche tante possibili insidie e trappole in un contesto di aumento della volatilità. Percorriamo, insieme, come articola le proprie conclusioni Maria Paola Toschi.

"La scorsa settimana si è verificata una correzioni dei mercati azionari piuttosto ampia, e gli emerging market debt (EMD) hanno registrato una fase di elevata volatilità come non accadeva dallo scorso maggio. A giustificazione di questi movimenti si sono citati soprattutto due elementi: 1) un calo dell’Indicatore PMI manifatturiero della Cina, sceso inaspettatamente al di sotto della soglia di 50 (che divide espansione da recessione); e 2) l’inizio del tapering della Fed e le incertezze sulle decisioni che saranno prese nel meeting della Banca Centrale americana di questa settimana in cui l’ammontare degli acquisti potrebbe essere ulteriormente ridotto" dice Maria Paola Toschi.

Tuttavia entrambe queste spiegazioni non sembrano sufficienti per Maria Paola Toschi a spiegare l’ampio movimento di correzione che si è osservato. A ben guardare ci sono altri elementi che già da qualche tempo preoccupano gli investitori e che sembrano più credibili. Tra questi si ricorda l’inflazione e i deficit commerciali di alcuni paesi emergenti tra cui Argentina, Turchia e Venezuela, le cui valute sono state in effetti le più penalizzate da questo movimento di turbolenza valutaria.

Ma quali sono i problemi specifici di questi paesi?

"In Argentina, il peso ha sofferto del calo giornaliero più ampio dell’ultima decade (-13%). Ciò è accaduto dopo che la Banca Centrale del paese ha deciso di interrompere la strategia di sostegno della valuta per frenare l’erosione delle riserve valutarie, che sono scese di oltre un terzo rispetto all’anno scorso. Sebbene sia positivo che l’Argentina intenda preservare le riserve, questa decisione ha creato incertezza sulle intenzioni della autorità su come intendono gestire la valuta, in un contesto in cui l’inflazione continua a crescere e sembra fuori controllo. Una forte e rapida svalutazione valutaria senza un chiaro programma monetario e fiscale per controllare l’inflazione è molto pericoloso e rischia di creare ulteriore volatilità" ricorda Maria Paola Toschi.

In Turchia la Lira è scesa del 6% rispetto al Dollaro nelle ultime settimane (dopo una svalutazione del 20% del 2013). La Banca Centrale turca è intervenuta direttamente sui mercati alla fine della scorsa settimana vendendo 3 Miliardi di Dollari per sostenere la Lira turca, ma l’intervento è fallito e la valuta ha continuato a deprezzarsi. La conclusione in questo caso è che la Banca Centrale non ha abbastanza riserve per montare una strategia difensiva della propria valuta che sia credibile e che possa proseguire per un periodo sufficientemente lungo e non solo per pochi mesi. Tutto ciò avviene mentre la difficile situazione politica del paese prosegue.

“In Venezuela il Governo ha implicitamente puntato sulla svalutazione del Peso venezuelano, annunciando che alcuni settori sarebbero passati ad un differente sistema di cambi sotto il quale il tasso di cambio è in realtà superiore rispetto a quello ufficiale. In una situazione ancora più estrema di quella che caratterizza l’Argentina, il Venezuela rischia di perdere rapidamente l’aggancio al Dollaro mentre l’inflazione continua a salire rapidamente. Le recenti misure di politica economica non sono riuscite a fronteggiare queste due situazioni” precisa Maria Paola Toschi.

Quali possono essere quindi le prossime evoluzioni?

Per i paesi che hanno una bilancia negativa dei pagamenti simile all’Argentina, Turchia e Venezuela, le preoccupazioni sulle scarse dimensioni delle riserve valutarie sono sempre un problema. Ma preoccupano soprattutto perchè il contesto economico globale sta fronteggiando un rientro della crescita della liquidità a seguito della decisione della Fed di iniziare il calo del programma di acquisto dei titoli obbligazionari.

“Tuttavia bisogna mettere ben in evidenza che non tutti i paesi emergenti presentano gli stessi rischi. Molti emerging markets non hanno problemi di inflazione o di deficit di bilancia dei pagamenti. Molti paesi emergenti hanno incrementato notevolmente le proprie riserve valutarie rispetto al PIL dagli anni novanta, quando si sono verificati gli episodi di crisi valutaria, ad oggi. In media quindi l’universo dei paesi emergenti è più solido che in passato” sostiene Maria Paola Toschi.

In conclusione la fase di correzione dei mercati globali può considerarsi fisiologica dopo i forti rally dei mesi scorsi. La turbolenza sui mercati valutari dei paesi emergenti è stata il catalizzatore di questa correzione e potrà continuare ad essere un elemento di preoccupazione e di volatilità. Tuttavia, persistono elementi fondamentali che contribuiscono ad alimentare attese di un rafforzamento dell’economia globale e non sembrano esserci le condizioni perchè possa ingenerarsi un rischio sistemico.

“Questo episodio di correzione e turbolenza non ha modificato sostanzialmente il nostro scenario globale per il 2014 che è caratterizzato da un’accelerazione della crescita soprattutto nei paesi sviluppati, un calo dei rischi globali soprattutto in Europa e un contesto di volatilità che potrà manifestarsi ancora nei mercati valutari. In questo quadro i mercati emergenti potranno essere ancora fonte di turbolenza per una serie di incertezze sia sulla crescita futura rispetto a quella passata che sulla vulnerabilità valutaria. L’approccio selettivo al mondo emergente diventa sempre più determinante. Inoltre l’adozione di un portafoglio bilanciato e multi-asset è la strategia per affrontare al meglio i mercati del 2014 che vedono ancora un contesto di miglioramento del ciclo economico ma anche la presenza di venti contrari e di sfide che potranno periodicamente creare volatilità” conclude Maria Paola Toschi.
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