Abenomics

Quello strano feeling tra le PMI italiane e il Giappone

17 Gennaio 2014 09:45
financialounge -  Abenomics giappone imprese italia Made In Italy PMI yen
Uno dei principali obiettivi della prima fase dell’Abenomics, la strategia promossa dal premier giapponese Shinzo Abe per rilanciare in modo strutturale la terza economia mondiale, è stato quello di indebolire lo yen rispetto alle altre valute per favorire l’export.

E non c’è dubbio che l’obiettivo sia perfettamente riuscito. Ma forse non tutti sanno che, contrariamente a quanto si possa pensare, il Governo di Tokyo ha messo in campo imponenti investimenti in settori strategici dove le nostre PMI d’eccellenza hanno già potuto inserirsi con successo e, soprattutto, potranno farlo anche nei prossimi anni.

Basti pensare che nei primi nove mesi del 2013, in base ai dati doganali nipponici, il volume delle esportazioni italiane verso il Sol Levante ha superato i 700 miliardi di yen (4,9 miliardi di euro) con un incremento del 26,7% che, pur tenendo conto della svalutazione della divisa nipponica rispetto alla moneta unica europea, significa un +5% in euro.

Gli esperti stimano inoltre che il fatturato del made in Italy in terra di Giappone possa superare per la prima volta il muro dei mille miliardi di yen (7 miliardi di euro). Un trend che dovrebbe proseguire sia per la graduale maggiore apertura del mercato nipponico, sia grazie ai negoziati con l’Europa che, per quanto riguarda l’Italia, interessano soprattutto una riduzione dei pesanti dazi di Tokyo sui prodotti agroalimentari del made in Italy, e sia per gli ingenti investimenti programmati in vista delle Olimpiadi di Tokyo del 2020.

Da segnalare, in particolare, il forte interesse che le autorità giapponesi stanno riservando alle PMI italiane specializzate nel fotovoltaico: il Giappone intende infatti arrivare a generare 55 gigawatt dal solare entro il 2030, portando la quota delle produzione di energia rinnovabile al 35% del totale.
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