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Investire senza il timore dell'inflazione

20 Novembre 2013 21:00
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L’inflazione è molto bassa e resterà su questi livelli anche l’anno prossimo. Meglio evitare i titoli del Tesoro USA inflation linked che, nonostante la correzione da inizio anno, restano ancora non convenienti. È questo il principale messaggio agli investitori che Russ Koesterich, Global Chief Investment Strategist di BlackRock, ha formulato nel suo commento settimanale ai mercati del 18 novembre.

“Nelle ultime settimane, abbiamo discusso a proposito della natura ancora fragile della ripresa economica degli Stati Uniti e abbiamo quasi trascurato un altro fattore importante che influisce sul mercato: l’inflazione. Anche se molti si aspettavano che un lungo periodo di politica monetaria espansiva da parte della Federal Reserve potesse innescare un aumento dell'inflazione, ciò non è accaduto. L'inflazione, infatti, rimane vicino ai minimi storici negli Stati Uniti e crediamo che questo fenomeno persisterà nel 2014. Questo, peraltro, suggerisce che la Fed continuerà a tenere bassi i tassi a breve per un periodo prolungato di tempo. Qualsiasi misura sui prezzi al consumo, mostra livelli estremamente bassi, anche per gli standard a bassa inflazione degli ultimi quattro anni. Questo fenomeno non è limitato agli Stati Uniti in quanto l'inflazione è vicino ai minimi storici anche nella maggior parte del mondo sviluppato” ha dichiarato Russ Koesterich.

Sono principalmente tre i fattori che ne giustificano questi livelli contenuti: bassa crescita dei salari, eccesso di capacità di distribuzione dei beni e servizi sul mercato e una lenta crescita del credito. Per quanto riguarda i salari, il Bureau of Labor Statistics ha annunciato la scorsa settimana che il costo unitario del lavoro in realtà è sceso ad un tasso annuo dello 0,6% nel terzo trimestre. Dato il notevole allentamento nel mercato del lavoro, non c'è motivo di credere che i salari possano crescere in misura importante in tempi brevi.

Allo stesso tempo, l'utilizzo della capacità degli Stati Uniti (cioè la misura della quantità di capacità produttiva del paese impiegata) si attesta al 78% circa, un livello depresso e ben al di sotto della media storica. In pratica, un basso utilizzo della capacità produttiva significa che ci sono forti richieste di nuova produzione di prodotti in fabbrica e quindi non ci dovrebbe essere alcuna pressione al rialzo sui prezzi. Infine, mentre la Fed ha continuato ad espandere il suo bilancio attraverso acquisti di asset, le banche non sono state altrettanto generose nei prestiti a imprese e famiglie. Con prestiti e credito in lento aumento, la crescita dell'offerta di moneta è contenuta e non può incidere più di tanto su eventuali aumenti dell'inflazione.

Tutto questo non significa che l'inflazione non risalirà primo a poi. Ma per ora, in un mondo di lenta crescita dei salari, di eccesso di capacità e di crescita limitata del credito, l'inflazione rimarrà bassa. Per quanto tempo?

“Non ci aspettiamo un notevole aumento dell'inflazione per almeno il prossimo anno. Quindi, supponendo di rimanere in un mondo di bassa inflazione attraverso almeno la maggior parte del prossimo anno, quali sono le implicazioni per gli investimenti. In primo luogo, mentre ci aspettiamo che la Fed inizierà il tapering nei prossimi mesi, è probabile che mantenga i tassi di interesse a breve termine ancora a zero fino al 2014, e, potenzialmente, anche successivamente” spiega Russ Koesterich per il quale i bassi tassi a breve termine sono stati uno dei fattori che hanno sostenuto i prezzi delle azioni e che dovrebbero favorire le imprese e l'economia.

“In secondo luogo” prosegue Russ Koesterich, “noi non crediamo che gli investitori abbiano bisogno di incrementare le partecipazioni su titoli progettati per proteggere contro l'inflazione, specialmente se tali classi di attività sono cari (in base alle attuali quotazioni di mercato). In particolare, abbiamo una visione negativa verso i Treasury Inflation- Protected Securities (TIPS); l'assenza di inflazione è una delle ragioni principali per cui questi titoli hanno sottoperformato così tanto nel 2013.
Da inizio anno, il Barclays US Aggregate Bond Index (misura generale del reddito fisso USA) è sceso di circa l’1,5% mentre i TIPS hanno lasciato sul terreno quasi il 7%. Nonostante queste perdite, tuttavia, riteniamo che i TIPS siano ancora non convenienti. Infine, si deve ricordare che, sebbene i TIPS rappresentino una copertura contro l'inflazione, rimangono vulnerabili all'aumento dei tassi di interesse reali, proprio come i Treasuries classici”.
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