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Africa: infrastrutture e posti di lavoro

20 Novembre 2013 08:00
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Ferrovie, scuole, autostrade a pagamento, energie rinnovabili, ma anche trasporto marittimo, acque urbane e servizi igienico sanitari.

Sono questi i principali obiettivi del Fondo Africa50, il polmone finanziario comune ideato dal presidente della banca di sviluppo africana James Karebuka per accelerare la realizzazione di una serie di infrastrutture necessarie a ridurre il gap di finanziamento annuo stimato dagli analisti in 45 miliardi di dollari.

Si tratta di una grande opportunità per tutte le imprese internazionali soprattutto alla luce del fatto che nell’ultimo anno gli investimenti a livello globale si sono contratti del 18% mentre nel Continente Nero sono cresciuti del 5%. Peccato che, in pole position nell’aggiudicarsi le commesse più importanti, siano state finora le imprese cinesi, coreane e indiane avvantaggiate dagli incentivi nazionali che consentono loro di presentarsi con offerte molto più convenienti della concorrenza.

Ma qualcosa sta cambiando e le aziende italiane potrebbero avvantaggiarsene.
Le imprese della Cina, della Corea del Sud e dell’India, non contribuiscono alla creazione di nuovi posti di lavoro in quanto trasferiscono nei paesi africani gran parte della forza lavoro, situazione non allineata con tutte le finalità del progetto.

Il nuovo fondo ha infatti anche l’obiettivo di formare i lavoratori e creare nuovi posti di lavoro e quindi le imprese italiane dei settori delle infrastrutture, dotate di know how e abituate a competere in giro per il mondo, potrebbero ritagliarsi una fetta del nuovo business africano.
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