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9 Settembre 2013 08:00
financialounge -  benchmark diversificazione ETF gestione passiva trattamento fiscale
Gli ETF (Exchange Traded Funds), i fondi passivi quotati in Borsa, sono sempre più diffusi nei portafogli degli investitori, anche in quelli del pubblico retail. Secondo gli esperti, infatti, più che un’alternativa ai fondi comuni e ai comparti di Sicav, sono dei prodotti complementari che permettono di migliorare la diversificazione e l’ottimizzazione del profilo di rischio/rendimento del portafoglio d’investimento. Tuttavia, come tutti i prodotti finanziari hanno dei punti di forza e dei punti critici.

Punti di forza
Innanzitutto consentono di investire in un preciso mercato con costi molto contenuti. Le spese annue di gestione complessive (il cosiddetto TER, Total Expense Ratio, cioè la somma di tutti gli oneri annui rispetto al patrimonio) è di molto inferiore a quello dei fondi comuni).
Sono fondi a gestione passiva, perché il loro obiettivo è quello di replicare il più fedelmente possibile il mercato sottostante: questo comporta, da un lato, di non poter beneficiare del valore aggiunto dei migliori fondi a gestione attiva ma, dall’altro, scongiura il pericolo di pagare lo scotto di una cattiva gestione di portafoglio.
Consentono inoltre di scambiare le quote online in Borsa ad un preciso prezzo.

Punti critici
Gli ETF sintetici non investono direttamente nei titoli dell’indice di riferimento ma garantiscono la replica del benchmark tramite un contratto (chiamato swap) con una banca che può arrivare a pesare fino al 10% dell’attivo dell’ETF: se la banca fallisse l’intera perdita peserebbe sull’ETF.
Alcuni ETF possono garantire soltanto una replica virtuale in quanto la loro contrattazione in Borsa è sfalsata rispetto al mercato di riferimento. Tra gli esempi più marcati, quello degli indici americani, che aprono soltanto quando in Italia è pomeriggio e quelli asiatici che addirittura chiudono al mattino presto, prima cioè che aprano le contrattazioni in Piazza Affari.
Infine, ma non meno importante, c’è il trattamento fiscale che per l’investimento in ETF è molto più complesso rispetto a quello previsto per le quote dei fondi comuni e i comparti di Sicav.
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