Bond asiatici per aggiungere valore

I tassi dei titoli di Stato dei Paesi core (Germania, Usa e Regno Unito) restano schiacciati sui minimi storici; rendimenti che, al netto delle tasse e dei costi bancari, non permettono neppure di coprire l’inflazione. La ricerca di rendimento diventa, di conseguenza, una necessità primaria per ogni portafoglio obbligazionario.

Tra le opzioni a disposizione dell’investitore, le obbligazioni asiatiche rappresentano una valida soluzione sotto il profilo del rapporto rischio/rendimento: una scelta che consente, anche con capitali contenuti, di avere la massima diversificazione e la garanzia dei più elevati standard qualitativi, indispensabili per evitare titoli di aziende meno promettenti e bond governativi a rischio declassamento.

Chi avesse optato per un fondo obbligazionario Asia avrebbe potuto ricavarene, negli ultimi 10 anni, dal maggio 2003 al maggio 2013, un rendimento del 70,59% contro il 27,20% registrato nello stesso periodo dall’indice generale dei fondi obbligazionari.

Certo, la volatilità sarebbe stata molto superiore: pari al 10,1% per i fondi obbligazionari Asia e non più del 2,1% per l’indice dei fondi obbligazionari. Una possibile soluzione in grado di coniugare un profilo di rischio non eccessivo e un ottimo rendimento avrebbe potuto consistere in un portafoglio al 50% in fondi obbligazionari Asia e al 50% in fondi obbligazionari classici. Optando per questa scelta, l’investitore avrebbe realizzato un rendimento a 10 anni del 48,9% con una volatilità del 5,3%.