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Farmaci generici, lunga vita anche all’investimento

20 Luglio 2012 08:00
financialounge -  megatrend settore farmaceutico settore sanitario tematico
Si calcola che un uomo nato ai primi del Novecento poteva contare su un'aspettativa di vita media di circa 50 anni. Si tratta di circa 30 anni meno degli attuali 80 anni: 77 per gli uomini e 83 per le donne. Le ragioni dell'aumento della vita media, che ha registrato un'impennata a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha diverse ragioni.

Innanzitutto una più confortevole situazione alimentare ed abitativa, abitudini di vita e di lavoro più sane e un certo benessere economico, ma anche lo sviluppo e la disponibilità di nuovi farmaci. Non è affatto un caso, infatti, che la curva di crescita della vita media ha registrato una prima brusca virata verso l'alto proprio intorno al 1950, in concomitanza cioè con la messa a punto e la commercializzazione dei primi antibiotici.

Aumenti della durata media della vita, seppure meno marcati di quelli dovuti agli antibiotici, si registrano però anche in parallelo alla scoperta di altre classi di farmaci come gli antidiabetici o gli antipertensivi. L'incidenza delle scoperte farmacologiche sulla longevità degli uomini è poi puntualmente confermata esaminando le cause di morte: ormai si muore di malattie infettive soltanto nelle aree geografiche del mondo dove non sono disponibili a tutta la popolazione le cure adatte, mentre nei Paesi occidentali la prima causa di morte è quasi sempre legata alle malattie cardiovascolari, seguita dal cancro.

Due campi, questi ultimi, nei quali, non a caso, la ricerca farmacologica è attualmente molto attiva. Ricerca tuttavia che comporta investimenti ingenti che, anche quando sono coronati da successo con relativa immissione del farmaco in commercio possono essere sfruttati solo per pochi anni.

Si calcola che, sebbene il brevetto per invenzione farmacologica abbia una durata di 20 anni dal momento del deposito della domanda, di fatto la commercializzazione e lo sfruttamento sul mercato duri solo 8-10 anni. Finito tale periodo, le leggi internazionali consentono di commercializzare il farmaco generico, cioè un medicinale equivalente (detto anche generico) non protetto da brevetti.

Ne deriva che le società specializzate in farmaci generici, i cui prodotti a parità di principio attivo costano tra il 20% e il 50% meno di quello originale delle grandi multinazionali farmaceutiche, possono generare comunque ottimi margini, ingenti cash flow e profitti in quanto hanno spese di ricerca nulle o prossime allo zero.

E se si tiene conto che mentre i Paesi occidentali ospitano il 45% della popolazione ultrasessantenne mondiale e il 60% di quella ultraottantenne di tutto il globo mentre nei Paesi in via di sviluppo questo traguardo è raggiunto soltanto dallo 0,6% della popolazione, è facilmente comprensibile quante potenzialità abbiano nel medio lungo termine le società attive nel settore dei farmaci generici.
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