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Il ciclo economico attuale pronto a diventare il più lungo dal 1991-2001

Ma nel 2020 è altamente probabile una recessione: una politica monetaria più restrittiva e la fine dello stimolo fiscale lasceranno un buco nella domanda statunitense.

21 Giugno 2018 10:31
financialounge -  crescita economica Keith Wade recessione Schroders

Non vede rischi imminenti per una recessione negli Stati Uniti. Tuttavia, Keith Wade, Chief Economist e Strategist di Schroders, pur ammettendo che ciò renderebbe l’attuale ciclo economico il più lungo dal periodo 1991-2001, mette in guardia dai facili entusiasmi.
“Una politica monetaria più restrittiva e la fine dello stimolo fiscale lascerà un buco nella domanda statunitense nel 2020, il che renderà altamente probabile una recessione fra due anni. Ciò sarebbe coerente con un ulteriore appiattimento e inversione della curva dei rendimenti dei Treasury (titoli di stato USA) nel 2019” specifica infatti lo strategist.

LIMATE LE PREVISIONI DI CRESCITA


Una conclusione frutto di una minuziosa analisi dell’attuale contesto macroeconomico a cominciare dal rallentamento della crescita economica globale. È vero che resta su un solido binario ma, per la prima volta da settembre 2016, Keith Wade ne ha rivisto al ribasso le previsioni sia per quest’anno - abbassandole dal 3,5% al 3,4% - e sia per il 2019 - portandole dl 3,3% al 3,2%.

TENSIONI USA-CINA SENZA UNA GUERRA COMMERCIALE GLOBALE


“Si tratta di decisioni frutto, in gran parte, di un inizio d’anno a rilento in molte economie, dell’aumento dei prezzi del petrolio e delle maggiori preoccupazioni sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Prevediamo che le contrapposizioni tra Washington e Pechino proseguiranno nel corso del prossimo anno e che finiranno con l’avere un impatto sia sul commercio internazionale che sulle spese in conto capitale, senza tuttavia determinare lo scoppio di una guerra commerciale su larga scala” puntualizza Keith Wade.

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INFLAZIONE RIVISTA AL RIALZO


Lo strategist, al contrario, ha rivisto al rialzo le previsioni sull'inflazione per il 2018: alla luce dell’incremento dei prezzi del petrolio, le stime dei prezzi al consumo sono passate dal 2,4% al 2,7%. “Negli Stati Uniti, che stanno raggiungendo la piena capacità, ci aspettiamo ancora che l'inflazione core aumenterà nei prossimi due anni” tiene inoltre a specificare Keith Wade. Interessante anche la view esposta dallo strategist sul dollaro americano.
Il biglietto verde dovrebbe rafforzarsi ulteriormente nel breve periodo, prima di indebolirsi nel 2019 quando le Banche centrali al di fuori degli Stati Uniti inizieranno a restringere la propria politica monetaria” precisa Keith Wade.

POLITICHE MONETARIE PIU’ RESTRITTIVE


Il contesto disegnato dallo strategist prevede comportamenti, da parte delle principali banche centrali, tutte nella direzione di un restringimento delle proprie politiche ma con differenze gradazioni. La Federal Reserve, dovrebbe effettuare altri due rialzi di 25 punti base quest'anno e altri due nel 2019, con i Fed fund che dovrebbero quindi raggiungere il 3% entro la metà del 2019. La Bce, invece, dopo aver concluso il QE nel quarto trimestre del 2018, dovrebbe incrementare il costo del denaro per tre volte nel 2019, ponendo fine all'era della politica dei tassi negativi nell’Eurozona.

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Per quanto riguarda invece la Bank of Japan, l’aumento dei rendimenti a livello globale mette sotto pressione il target dello 0% per i titoli di stato decennali giapponesi: una situazione che potrebbe costringere l’istituto centrale nipponico a rivedere nel quarto trimestre di quest’anno i propri obiettivi di controllo della curva dei rendimenti. “Al contrario, l'inflazione più bassa e le preoccupazioni sulla liquidità segnalano che la Cina, tramite la Banca popolare cinese (PBoC), sta procedendo sia con un allentamento del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) e sia con un calo dei tassi di riferimento. Il costo del denaro dovrebbe infine aumentare in India nel 2018 e in Brasile nel 2019” conclude Keith Wade.
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