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Azionario Europa, c’è ancora spazio per crescere

La correzione del 7% dell’azionario Europa dal picco di maggio rappresenta un punto di ingresso interessante per un investimento di medio termine.

15 Settembre 2017 10:59
financialounge -  Europa inflazione mercati azionari Rory Bateman Schroders

“Il mercato azionario ha avuto buone performance negli ultimi anni. Tuttavia, a nostro avviso, in Europa c’è ancora spazio per crescere: gli investitori potrebbero sperimentare un apprezzamento del 30% rispetto ai livelli attuali nei prossimi tre anni” sostiene Rory Bateman, Head of UK & European Equities di Schroders, che vede nei tassi di interesse e nei margini di profitto i maggiori fattori di supporto alla sua tesi di investimento.

Sulla scia della sua convinzione, il manager suggerisce di approfittare della momentanea debolezza dell’azionario europeo: “Il calo del 7% dei mercati rispetto al picco di maggio rappresenta un punto di ingresso interessante. Riteniamo infatti che emergano molte opportunità nell’azionario europeo, nonostante l’attuale debolezza del mercato, indotta dalle tensioni coreane e dai timori legati alla sostenibilità della crescita. L’economia europea è in una discreta forma. E, sebbene non si possano certo escludere incertezze, l’insieme di un rating di mercato più elevato, guidato da tassi di interesse sostenibili e bassi, e un’espansione dei margini, potrebbero fornire buoni rendimenti nei prossimi mesi” specifica Rory Bateman che ricorda come, mentre l’economia europea sta crescendo, l’inflazione resti ancora bassa: una bassa inflazione porta a bassi tassi di interesse.

“Quando i tassi di interesse diminuiscono, i multipli delle valutazioni aumentano. Se i tassi di interesse dovessero normalizzarsi ad un livello inferiore, allora i multipli del mercato dovrebbero essere più elevati” spiega Rory Bateman, secondo il quale, però, l’espansione dei multipli del mercato contribuisce solo per metà al potenziale rialzo del 30% citato in precedenza: il resto deriva dall’aumento dei margini di profitto che il manager ritiene dovrebbe portare gli utili per azione (EPS) al di sopra delle attuali aspettative del mercato nei prossimi trimestri.

“La crisi dell’Eurozona ha avuto un forti implicazioni negative sulla profittabilità delle aziende e c’è voluto un certo periodo di tempo perché il tasso di impiego della capacità produttiva migliorasse e la disoccupazione diminuisse. Riteniamo che si tratti dell’inizio di un processo pluriennale in cui i margini di profitto europei potrebbero raggiungere lo stesso livello degli Stati Uniti” sottolinea Rory Bateman, convinto che la leva operativa, a mano a mano che la capacità in eccesso dell’economia venga utilizzata, dovrebbe garantire un solido profilo di crescita degli utili per l’Europa nel breve e medio termine.
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