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Asia, come contrastare un’ulteriore svalutazione della moneta cinese

12 Ottobre 2015 11:34
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“Ci attendiamo un’ulteriore svalutazione del renminbi cinese: ciò acuirà le pressioni al ribasso sulle valute dei paesi emergenti asiatici che risentono già della debolezza della domanda mondiale e di una crescita anemica delle esportazioni. Siamo posizionati in vista di tale sviluppo attraverso un paniere di posizioni corte (ribassiste) su valute quali il won sudcoreano, il ringgit malese, il baht thailandese, il dollaro di Singapore e il nuovo dollaro taiwanese” rivela Adam Bowe, gestore PIMCO, a proposito delle possibili implicazioni delle prospettive cicliche di PIMCO relative all’Asia per gli investimenti. Implicazioni che sono frutto delle conclusioni del Cyclical Forum trimestrale di PIMCO, durante il quale i professionisti dell’investimento della società hanno discusso delle prospettive per le economie e i mercati globali.

Nello specifico i tre gestori, Adam Bowe, Isaac Meng e Tadashi Kakuchi, hanno avuto modo di spiegare alcune delle previsioni economiche di PIMCO e le relative loro implicazioni sui portafogli degli investitori nella regione Asia-Pacifico per i prossimi 12 mesi.

“Il nostro posizionamento in Asia rispecchia la nostra previsione di politiche e condizioni monetarie più accomodanti nella regione. In termini di duration (scadenza media dei titoli), puntiamo su un appiattimento della curva dei rendimenti giapponesi, poiché il rischio di un’ulteriore espansione del bilancio della BOJ (Bank of Japan) è aumentato. Ci attendiamo un ampliamento del programma di quantitative e qualitative easing che imporrebbe alla banca centrale nipponica di focalizzare gli acquisti di obbligazioni sul tratto più lungo della curva (da 10 anni in su), provocando così un appiattimento della struttura a termine dei tassi giapponesi. Nonostante le nostre prospettive prudenti sull’Australia, abbiamo un posizionamento di duration relativamente neutrale nel paese, dato che il mercato sconta già un ulteriore allentamento monetario da parte della RBA (Reserve Bank of Australia, la banca centrale australiana), e preferiamo esprimere i rischi macro al ribasso tramite posizioni corte(ribassiste) sul dollaro australiano” puntualizza Adam Bowe secondo il quale la transizione interna delle Cina, che tende ad allontanarsi da una crescita trainata dalle esportazioni e dagli investimenti, è piuttosto fragile e sfocerà probabilmente in un ulteriore allentamento monetario nella regione, poiché le autorità punteranno a sostenere la crescita ciclica attraverso la riduzione dei tassi di interesse, l’indebolimento delle valute o una combinazione di entrambi.

Secondo il manager persino in Giapponel’inflazione stabilmente contenuta e l’impatto della decelerazione della crescita e della svalutazione in Cina accrescono la probabilità di un’espansione dell’Abenomics sull’orizzonte ciclico.

“Il nostro scenario di riferimento prevede che la banca centrale nipponica manterrà l’attuale politica estremamente accomodante, anche se ravvisiamo una crescente probabilità di un ulteriore allentamento dato che il contesto esterno pone maggiori rischi al ribasso per il PIL e l’inflazione giapponesi” fa presente Tadashi Kakuchi mentre il suo collega Isaac Meng spiega quali siano le implicazioni del crollo dei mercati azionari e della svalutazione del renminbi: “PIMCO stima che il crollo dei mercati azionari cinesi sottrarrà alla crescita del PIL di Pechino fino a un massimo di 100 punti base (1,0%) nei prossimi 12 mesi. I rischi di ulteriori shock economici e di mercato sono elevati. In tali circostanze, il nostro scenario di riferimento per la Cina prevede nei prossimi quattro trimestri un tasso di crescita del PIL compreso tra il 5,5% e il 6,5%, un livello inferiore di 25 punti base (-0,25%) rispetto alla nostra previsione di marzo e nettamente più basso rispetto alle stime di consenso”.

Isaac Meng si attende inoltre un ulteriore indebolimento della spesa al consumo privato e dei prezzi degli immobili, con potenziali ricadute negative sull’occupazione e la spesa per consumi: tali effetti deleteri saranno, sempre secondo il manager, solo in parte controbilanciati da un modesto miglioramento delle esportazioni nette e dallo stimolo proveniente da investimenti pubblici limitati. “Riteniamo che l’inflazione complessiva si attesterà tra l’1,5% e il 2,5%. A fronte di tali condizioni, ci attendiamo una significativa reazione di politica monetaria da parte della PBOC (People's bank of China, Banca centrale cinese), tra cui un taglio di 75 punti base (-0,75%) del tasso sui depositi, una riduzione di 200 punti base (2,0%) del coefficiente di riserva obbligatoria e una svalutazione del renminbi al livello di 6,80 sul dollaro” sostiene Isaac Meng.

Infine, per quanto riguarda l’Australia, PIMCO prevede una prosecuzione del lento ribilanciamento da una crescita trainata dalla produzione mineraria, in un contesto nel quale una banca centrale riluttante sarà probabilmente chiamata a fornire ulteriore sostegno nell’orizzonte ciclico. “Le nostre previsioni inferiori al consensus per la Cina, che rispecchiano la correzione azionaria e il cambio di regime valutario osservati di recente, mantengono nettamente orientati al ribasso i rischi macroeconomici nel loro insieme” conclude Adam Bowe.
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