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Borsa, quella marcia in più del settore tecnologico

16 Dicembre 2015 09:10
financialounge -  commodities Europa giappone mercati azionari Pictet settore finanziario settore tecnologico
“A livello settoriale, confermiamo un moderato orientamento ciclico, con una preferenza per i titoli meno esposti al rialzo dei tassi di interesse. Continuiamo a sovrappesare i titoli tecnologici, in quanto gli elevati livelli di liquidità e la solida crescita degli utili dovrebbero consentire a queste aziende di far fronte a costi di finanziamento più elevati” commentano gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity.

Secondo la PSU, anche i titoli finanziari appaiono ben posizionati per beneficiare del rialzo dei tassi di interesse statunitensi e di un miglioramento delle condizioni di credito in Europa, mentre hanno aperto una fase di attento monitoraggio sui settori legati più direttamente alle commodity: “Continuiamo a sottopesare l’energia e i materiali. Tuttavia, le valutazioni di questi titoli stanno diventando più interessanti e siamo pronti ad ampliare l’esposizione a entrambi i settori nel momento in cui rileveremo segnali più positivi sul fronte delle economie emergenti” puntualizzano i professionisti della PSU che per il resto, a livello di allocazione regionale, confermano la preferenza per le azioni di Europa e Giappone, le due aree geografiche nelle quali le banche centrali dovrebbero continuare a sostenere l’economia attraverso nuove misure di stimolo monetario.

Secondo la PSU, le azioni europee sembrano presentare, rispetto ai titoli statunitensi, valutazioni più interessanti sulla base di diversi parametri. Il rapporto prezzo utili (P/E) di Shiller corretto per gli effetti del ciclo economico evidenzia come l’azionario dell’Area Euro quoti a 15 volte gli utili, contro 24 volte gli utili per i titoli statunitensi, con uno sconto del 35%, pari al triplo della media di lungo periodo. Secondo questa divergente valutazione, molte imprese europee potrebbero quindi diventare possibili obiettivi di acquisizione da parte di società statunitensi, imprimendo un’ulteriore spinta alle borse della regione. Passando al Giappone, invece, il mercato azionario di Tokyo trae sostegno anche dalle prospettive macroeconomiche. Sebbene l’economia sia entrata in una recessione tecnica nel terzo trimestre, il rimbalzo dei volumi delle esportazioni e il miglioramento della fiducia dei consumatori indicano una ripresa. Inoltre, i bassi prezzi dell’energia aumentano non solo i margini di incremento delle retribuzioni nel settore delle imprese, ma anche il potere di acquisto delle famiglie. È inoltre probabile che la Bank of Japan (BoJ) mantenga l’attuale politica monetaria ultra-accomodante ancora per qualche tempo, per favorire un aumento dell’inflazione verso il proprio tasso obiettivo. In tutti i casi, l’azionario giapponese è sorretto anche dal buon andamento dei risultati societari: nel gruppo delle principali economie mondiali, quella nipponica è una delle poche ad aver registrato una solida crescita dei profitti aziendali nel 2015, con un incremento degli utili per azione di quasi il 20% su base annua. Al contrario, fann notare gli esperti della PSU, è probabile che la forza del dollaro e le aspettative di rialzo dei tassi di interesse pesino sui mercati azionari statunitensi, in un contesto in cui il momentum economico mostra qualche segnale di rallentamento.
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