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Referendum, le tre differenti sfumature della eventuale vittoria del NO

Sarà importante verificare lo scarto tra il SI e il NO e il tasso di partecipazione ma l’eventuale vittoria del NO può sfociare in scenari anche molto differenti.

2 Dicembre 2016 10:43
financialounge -  italia Matteo Renzi Natixis Investment Managers Philippe Waechter referendum

A prescindere da quale esito avrà il referendum costituzionale di domenica prossima, per Philippe Waechter, Chief Economist di Natixis Asset Management, Mario Draghi sarà chiamato ad un compito piuttosto impegnativo per stabilizzare i mercati. È infatti probabile che la ricetta escogitata nel 2012, per mettere fine alla crisi dei debiti sovrani, non sarà più sufficiente e sarà indispensabile un impegno ancora più robusto nel caso di rischio sistemico.

“Sarà importante verificare lo scarto tra il SI e il NO, mentre il tasso di partecipazione rivelerà la pressione esercitata dagli italiani sul loro Governo e lo loro aspettative come cittadini della penisola” sottolinea Philippe Waechter che, nel caso in cui dovesse affermarsi il fronte del NO al referendum delinea tre scenari possibili, con implicazioni anche molto differenti l’uno dall’altro.

Il primo è rappresentato da un nuovo Governo Renzi: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riaffida l’incarico a Matteo Renzi che guida una coalizione diversa dall’attuale. In questo caso, secondo Philippe Waechter, gli effetti potrebbero essere limitati dal momento che si replicherebbe uno scenario già visto molte volte in Italia nel passato.

Il secondo scenario, invece, è quello che prende in considerazione l’ipotesi di un governo tecnico. Un’opzione che, dal punto di vista di Philippe Waechter, sembrerebbe, almeno sulla carta, poco convincente visto il precedente del Governo tecnico guidato da Mario Monti, che si è rivelato non efficace nel trovare soluzioni adeguate alle fragilità italiane ed è diventato l’uomo chiave della recessione italiana.

Il terzo scenario, che è anche quello che presenta più pericoli per l’Italia e per i mercati, consiste nel fallimento da parte di Matteo Renzi a formare un nuovo Governo. Tenendo conto che in questo momento le banche italiane sono alla ricerca di capitali sul mercato per recuperare margini di manovra, una crisi politica persistente sarebbe in grado di creare distorsioni.

“In questo contesto il processo di consolidamento del sistema bancario italiano potrebbe subire un’accelerazione sulla scia delle difficoltà delle banche italiane a ricapitalizzarsi” sostiene Philippe Waechter che, sul versante più strettamente politico, ipotizza un rafforzamento dei partiti estremisti che avrebbero più voce per mettere in forte discussione il posizionamento dell’Italia nell’area euro.

In pratica, secondo Philippe Waechter, si potrebbe configurare lo scenario di una crisi sistemica: la debole crescita dell’economia italiana, lo squilibrio della situazione finanziaria e la posizione negativa sul Target 2 possono alimentare le fuoriuscite di capitali. “Qualora l’idea di far uscire l’Italia dall’area euro dovesse accentuarsi, la situazione diventerebbe complicata e potrebbe sfociare in una crisi sistemica, minacciando l’equilibrio istituzionale in seno all’area euro” conclude Philippe Waechter.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Natixis Global Asset Management

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