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Bank of Japan

Perché continuare a sovrappesare le azioni giapponesi

La riduzione della pressione fiscale sulle società, l’aumento degli utili aziendali e i fondamentali favoriscono le azioni giapponesi. Ci sono però rischi geopolitici.

9 Novembre 2017 08:00
financialounge -  Bank of Japan cina giappone mercati azionari politica monetaria Raphael Gallardo

Le mosse della Bank of Japan nello spingere al rialzo le attese di inflazione continuano a non produrre risultati concreti. Ma, per Raphael Gallardo, Multi-asset strategist investment and client solutions di Natixis Asset Mangement, proprio questo fallimento da parte della BoJ ha salvaguardato il paese dal rischio di vendite su yen e titoli governativi giapponesi.

“Le fuoriuscite di capitale sono state inoltre limitate dal rinnovato premio sullo swap dollaro-yen (che consente la copertura del rischio di cambio) che ha ridotto l'appeal dei bond statunitensi una volta incorporato il costo della copertura” specifica poi Raphael Gallardo, secondo il quale proprio per questo la crescita giapponese è particolarmente robusta e sbilanciata in favore dei profitti societari.

Una crescita che non è guidata soltanto dal miglioramento degli scambi commerciali a livello mondiale, come invece è accaduto nelle false partenze dell'economia giapponese che si sono verificate in questi due decenni.

Al contrario, stavolta, sono risultate efficaci le sinergie sviluppate dalle tre frecce del programma economico del Primo Ministro Shinzo Abe (stimoli fiscali, politica monetaria accomodante, riforme strutturali).

La politica monetaria, in particolare, è basata su tre aree (Quantitative Easing, politica di tassi negativi e controllo della curva dei tassi) al fine di mantenere lo yen debole e i tassi a lungo termine bassi, nonostante la continua insostenibilità del deficit.

Alla luce di tutto questo, Raphael Gallardo non si sorprende del fatto che la crescita attesa degli utili delle società quotate sia superiore al 10%.

“Le valutazioni delle azioni giapponesi sono molto attraenti secondo la nostra opinione (rapporto prezzo / patrimonio netto dell'1,4 e rapporto prezzo / utili atteso a 14 contro 16 nel nostro modello). La Banca del Giappone, infine, continua a comprare azioni attraverso gli ETF. Quindi noi continuiamo a sovrappesare le azioni giapponesi nei nostri portafogli multiasset” puntualizza Raphael Gallardo, convinto che i rischi su questo posizionamento siano innanzitutto di matrice politica.

A cominciare dalla Cina, il cui slancio determina in modo significativo la crescita giapponese. È però vero che sembra improbabile, almeno nel breve periodo, un hard landing di Pechino alla luce di quanto accaduto nell'ultimo congresso del Partito Comunista cinese.

Detto questo, le minacce geopolitiche permangono, a cominciare dal rischio di un'escalation nella crisi nordcoreana che costituisce un rischio sistemico per tutte le asset class (azioni, credito): rischio che Raphael Gallardo copre in parte attraverso l’esposizione all'oro e al dollaro.

“Infine, ma non certo per importanza, l'eccedenza commerciale giapponese, gonfiata dalla politica di uno yen debole, potrebbe attirare l'ira della Casa Bianca, come è accaduto con Reagan” precisa Raphael Gallardo.
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