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Antonio Bottillo

Istituzionali, focus su gestione attiva e investimenti alternativi e ESG

2 Febbraio 2016 09:54
financialounge -  Antonio Bottillo fondi alternativi gestione attiva investitori istituzionali John Hailer Natixis Investment Managers
Un maggiore ricorso agli strumenti di investimento alternativo e a quelli socialmente responsabili (ESG), e una particolare attenzione ai gestori attivi che dovrebbero essere favoriti dai fattori economici, dalle politiche monetarie e dalla volatilità di mercato. Sono questi le principali convinzioni che emergono dalla lettura dei dati raccolti dalla ricerca condotta da Natixis Global Asset Management su 660 investitori istituzionali a livello internazionale, 46 dei quali in Italia: tra gli intervistati fondi pensione pubblici e privati, fondi sovrani, compagnie assicurative e fondazioni che gestiscono complessivamente un patrimonio di oltre 35 mila miliardi di dollari.

Secondo John Hailer, CEO of the Americas and Asia and Head of Global Distribution di Natixis Global Asset Management, nell’attuale scenario, l’asset allocation tradizionale (cioè quella composta essenzialmente da azioni e obbligazioni) è diventata un gioco a somma zero. Ed è proprio per questo che si rende necessario un approccio di investimento adatto al nuovo contesto di mercato e gli investitori istituzionali si stanno sempre più indirizzando verso un mix più ampio di strumenti non correlati uniti alle tradizionali azioni e obbligazioni.

“I rendimenti delle obbligazioni governative ai minimi, mercati azionari altamente volatili, forti ribassi generati da tensioni geopolitiche, confermano da tempo la necessità per gli investitori istituzionali di considerare nuove tecniche di costruzione del portafoglio” ha precisato Antonio Bottillo, Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management. Analizzando i dati dell’indagine sull’Italia, il 50% degli investitori istituzionali ha già posizionato, o sta per farlo, i propri portafogli in vista di un rialzo dei tassi di interesse attraverso l’utilizzo di strumenti alternativi e non correlati. Quasi la metà (46%) ritiene essenziale investire negli alternativi per poter realizzare performance migliori rispetto ai mercati. Sempre nel nostro paese, sette istituzionali italiani su 10 (72%) dichiarano che è diventato sempre più difficile ottenere alpha (extra rendimento rispetto alla media di mercato).

Oltre la metà (54%) vede oggi gli investimenti socialmente responsabili (ESG - environmental, social and governance) come una fonte potenziale di rendimento: la maggior parte degli investitori italiani intervistati (96%) sta infatti già utilizzando strategie ESG. Inoltre, molti di essi aumenteranno l’utilizzo di strategie passive in asset class più efficienti, ma le gestioni attive sono comunque favorite per generare migliori risultati. Attualmente, circa il 74% del patrimonio degli istituzionali italiani è gestito attivamente e il 24% degli asset attraverso strumenti passivi. Nei prossimi 12 mesi, il 68% degli intervistati italiani dichiara che i fattori economici, le politiche monetarie e la volatilità di mercato favorirà i gestori attivi. La maggioranza di essi (80%) concorda sul fatto che la gestione attiva sia una fonte di alpha, offra accesso ad asset class non correlate (70%) e possa trarre vantaggio dei movimenti di mercato di breve termine (57%). Più in generale, la maggior parte degli istituzionali italiani (92%) dichiara che l’attuale scenario di bassi rendimenti è la loro preoccupazione maggiore nella gestione del rischio, seguita dalla generazione di rendimenti (per l’89%) e dal finanziamento delle passività di lungo termine (63%): oltre la metà (65%) afferma che rispondere agli obiettivi di crescita e alla liquidità di breve termine rappresenta una sfida per la loro società.
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