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Dorval Asset Management

II paradosso dei mercati, perché salgono sia indici di borsa che Treasury e bund

È in atto una logica circolare e piuttosto paradossale: più le azioni salgono, più la paura di un'inversione spinge tanti investitori a comprare protezione.

24 Ottobre 2017 09:16
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Il rialzo dei tassi d’interesse. È questo, senza dubbio, ciò che potrebbe rovinare la festa ai mercati azionari che stanno registrando nuovi massimi storici da Wall Street a Francoforte. Peccato che, a dispetto degli indicatori macro economici (tutti impostati sul bello stabile a livello globale), i tassi di interesse a lungo termine non stiano affatto salendo come il mercato, invano, attende da mesi.

Secondo François-Xavier Chauchat, Capo economista e Membro del team di investimento di Dorval Asset Management (Gruppo Natixis Global Asset Management), la continuità delle politiche monetarie e la bassa inflazione non bastano a spiegare la stabilità dei tassi a lungo termine mentre una spiegazione può essere ricercata nel carattere di beni rifugio delle obbligazioni americane e tedesche.

“Sembra infatti in atto una logica circolare e paradossale: più le azioni salgono, più la paura di un'inversione spinge tanti investitori a comprare protezione. Così i tassi a lungo termine restano molto bassi e di conseguenza il mercato azionario risulta ancora più dinamico” fa sapere François-Xavier Chauchat.

Sebbene questa situazione non possa durare in eterno, le piazze obbligazionarie restano per lo più sopravvalutate. Con due notevoli eccezioni. In primis i titoli dell’Europa del sud, che esprimono attualmente spread sui Bund ancora superiori ai livelli di inizio 2015, quando la BCE ha cominciato il QE. In secondo luogo, il debito emergente in valuta locale, evidenzia tassi reali (cioè al netto dei prezzi al consumo) molto allettanti in ragione della forte disinflazione in atto.

“Alcuni osservatori continuano ad essere preoccupati dal fatto che la Fed prosegua con l’inasprimento della propria politica monetaria, poiché tali mercati, e soprattutto le valute, risultano spesso sensibili alla politica monetaria USA. Tuttavia, la sensibilità dei mercati emergenti all’azione della Fed è forte solo in caso di una mossa a sorpresa , come l’annuncio del tapering a maggio 2013. Ma ci sembra poco probabile che la Fed abbia in serbo un’altra grossa sorpresa” sostiene François-Xavier Chauchat, che, sebbene alcuni mercati obbligazionari sembrino convenienti, resta orientato con la propria strategia verso le azioni più sensibili alla ripresa economica mondiale sforzandosi di ridurre il rischio di portafoglio con la diversificazione tematica.

“Mentre stiamo entrando nella stagione della pubblicazione dei risultati aziendale relativi al terzo trimestre, privilegiamo il tema del rimbalzo in corso nell’eurozona, ma anche in Giappone e in America Latina. Continuiamo peraltro a investire nelle tecnologie informatiche. Tuttavia, la forte accelerazione dei profitti del settore (+25%) dall’inizio della ripresa mondiale sincronizzata del 2016 ha messo in luce un aspetto importante e talora dimenticato dagli investitori: anche il tema della digitalizzazione è in gran parte ciclico” conclude François-Xavier Chauchat.
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