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Portafogli obbligazionari, puntare anche sui fondi a gestione attiva e privi di vincoli

Relativamente ai portafogli obbligazionari, oltre che high yield e mercati emergenti, occorre diversificare tramite fondi a gestione attiva e privi di vincoli.

24 Febbraio 2017 09:54
financialounge -  composizione del portafoglio diversificazione Jim Caron mercati obbligazionari Morgan Stanley tassi di interesse

Le aspettative di misure economiche da parte dell’amministrazione Trump (stimolo fiscale e riforma del quadro regolamentare) dovrebbero trainare la crescita economica. Tuttavia, sebbene non si possa affatto escludere un ulteriore apprezzamento degli attivi di rischio e un aumento dei rendimenti obbligazionari, sul mercato continuano a pesare alcuni rischi (soprattutto geopolitici, commerciali e protezionistici).

“Riteniamo che la presenza di questi rischi renda cruciale mantenere un portafoglio bilanciato nel 2017” fa sapere Jim Caron, Managing Director Team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management (MSIM), secondo il quale tra le caratteristiche vincenti degli investimenti obbligazionari di quest’anno vi saranno, con ogni probabilità, il carry (ovvero rendimenti superiori a quelli dei titoli di stato core), miglioramento dei fondamentali, maggiore esposizione alle emissioni obbligazionarie societarie a fronte di una minor sensibilità ai tassi d’interesse (tramite riduzione della scadenza media dei titoli in portafoglio e il maggior uso dei titoli a tasso variabile).

“In base alle nostre idee d’investimento tematiche per il 2017, intravediamo opportunità nei mercati emergenti, nei titoli garantiti da ipoteche residenziali e nelle emissioni high yield” puntualizza Jim Caron, affrettanodosi tuttavia a specificare che gli investitori dovrebbero comunque affidarsi a un portafoglio diversificato, all’interno del quale il reddito fisso rappresenti ancora una componente importante.

“Raccomandiamo inoltre di integrare l’allocazione nel reddito fisso con posizioni in comparti obbligazionari a gestione attiva e privi di vincoli: questi comparti possono avere il vantaggio di ridurre i rischi di correlazione e generare rendimenti potenzialmente superiori” sostiene Jim Caron, che per quest’anno preferisce orientarsi verso le strategie che cercano di limitare il rischio di tasso d’interesse e mettere a frutto il rischio di credito e di spread per generare rendimenti.

“Riteniamo che la gestione del rischio di tasso sarà fondamentale, ed in presenza di rialzi eccessivi dei prezzi degli attivi di rischio e dei rendimenti obbligazionari è probabile che nel corso dell’anno arrivi il momento di acquistare duration (scadenza media dei titoli)” specifica Jim Caron che individua opportunità in due aree.

In primis occorre fare minore affidamento sulla duration per generare rendimenti: minore duration (scadenza media dei titoli in portafoglio) significa infatti minore sensibilità al rialzo dei tassi di interesse. Per contro, occorre assumere maggiori esposizioni creditizie e tematiche. In secondo luogo, Jim Caron ritiene che i rendimenti generati dagli attivi finanziari dipendano in larga misura dal regime economico.

“Di conseguenza crediamo che il mercato stia attraversando una fase di transizione, con il passaggio da un’eccessiva dipendenza dalle politiche delle banche centrali quali propulsori di performance a valutazioni basate sui fondamentali economici. Questo cambiamento richiederà del tempo, ma indica un ritorno a condizioni di mercato più normali” conclude Jim Caron.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Morgan Stanley Investment Management
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