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Incertezza politica in Italia, è ancora presto per tornare a comprare

Come si è visto l’incertezza politica in Italia ha fatto allargare gli spread obbligazionari e la volatilità è alta: gli investitori si chiedono se esista un pericolo di contagio sui mercati.

4 Giugno 2018 14:34

“L’Italia ha un debito troppo alto e una crescita economica troppo debole: una combinazione micidiale che tende ad attirare fasi di stress sui mercati” commenta Jack McIntyre, Portfolio Manager Global Fixed Income di Brandywine Global (gruppo Legg Mason). Una miscela resa ancora più pericolosa dalla mancanza di progressi sostanziali nell’integrazione fiscale dell’Eurozona: non c’è quindi da meravigliarsi se i mercati stiano esigendo un premio per il rischio politico per chi detiene asset italiani.

RESTARE CAUTI SUI BTP


Alla luce di questa intricata situazione, Jack McIntyre preferisce restare cauto sui BTP, preoccupato che il debito pubblico italiano possa espandersi ulteriormente. Una evenienza che potrebbe materializzarsi sia a seguito dell’aumento delle spese per gli interessi, o per l’ampliamento della spesa pubblica. Oppure per una combinazione di entrambe queste eventualità.

SITUAZIONE MENO CRITICA DEL 2012


Jack McIntyre, pur ritenendo la situazione attuale meno critica di quella del 2012 (“le economie locali e regionali infatti stanno performando meglio, e i tassi rimangono relativamente bassi”), evidenzia tuttavia un significativo rischio di informazione. Per l’esperto, infatti, il sell-off (vendita sul mercato senza limitazione né di prezzo né di quantità) è stato brusco e merita pertanto una valutazione approfondita per verificare se questa sia o meno un’opportunità per ritornare ad investire. Anche Michael Browne, Portfolio Manager European Equities di Martin Currie (gruppo Legg Mason), si pone alcuni interrogativi analizzando lo scenario che si è venuto a creare in Italia e sui mercati.

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LA POLITICA ITALIANA RESTA COMPLESSA


“Dopo la fuga verso i bund tedeschi, il sell-off dei BTP italiani, la correzione nel mercato azionario, è forse il momento di rimettere piede in Italia? A nostro parere no: la politica italiana resta una questione complessa, e le soluzioni per risolvere il problema della prosperità del Bel paese probabilmente contrastano con i vincoli richiesti dall’Unione europea” puntualizza l’esperto ricordando che la posta in gioco per l’Italia è davvero molto alta.

SE L’ESPANSIONE FISCALE NON FUNZIONA


C’è da chiedersi, per esempio, cosa sarà possibile fare nel momento in cui l’espansione fiscale non funzionasse. È ipotizzabile un soccorso economico da parte degli altri paesi membri dell’UE, in particolare della Germania? Allo stesso tempo crescono gli interrogativi sia su un programma di tagli e riforme del mercato del lavoro imposto all’Italia dalla UE e dal FMI, e sia sull’uscita dall’euro e dall’Europa da parte del nostro paese.

POSSIBILE SHOCK ECONOMICO


“Lo shock economico che deriverebbe da ognuna di queste ipotesi sarebbe notevole. È però vero che si tratta di una situazione che, nell’attuale contesto espansivo del ciclo economico, potrebbe risultare relativamente più semplice da gestire rispetto ad uno scenario recessivo” dice Michael Browne che propende per un incoraggiamento agli italiani (e all’Europa) almeno a provarci. Peccato, ammette tuttavia lo stesso esperto, che la politica europea e italiana siano tutt’altro che risolute: esitazioni e incertezze lasceranno l’Europa molto esposta alla prossima recessione.

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DUBBI SUI POSSIBILI INTERVENTI DELLA BCE


Anche perché sono tanti i dubbi pure su un possibile intervento da parte della BCE per correre in soccorso del debito e delle banche italiane. “La governance italiana continuerà ad evidenziare la relazione complicata che molti paesi membri hanno con l’Unione Europea, e con il ruolo della Germania” afferma Jack McIntyre, Portfolio Manager Global Fixed Income di Brandywine Global (gruppo Legg Mason), ricordando come Draghi fosse ormai prossimo ad intraprendere una politica monetaria normalizzatrice, prima del significativo allargamento dei rendimenti italiani. “Vedremo se ora la banca centrale continuerà a comprare debito italiano o lascerà il paese a cavarsela con le proprie risorse” conclude Jack McIntyre.
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