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Politica e mercati finanziari, quelle relazioni pericolose

27 Luglio 2016 11:59
financialounge -  geopolitica J.P. Morgan Maria Paola Toschi presidenziali USA referendum

Dal referendum costituzionale in Italia di ottobre alle elezioni presidenziali USA di novembre, eventi politici e mercati finanziari si prospettano sempre più intrecciati.


In termini politici la ripresa dell’attività dopo le vacanze estive si preannuncia molto importante e con ripercussioni significative sui mercati finanziari.
Lo fa presente Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Managemen che, come primo appuntamento in agenda segnala il referendum costituzionale in Italia che potrebbe risultare un test di stabilità per l’attuale coalizione.

“Per di più il caso banche italiane e il dibattito tra Governo del nostro paese e controparti europei sull’utilizzo di aiuti pubblici per sostenere il processo di ricapitalizzazioni degli istituti di credito potrebbe avere a sua volta ripercussioni sia interne, sull’esito del referendum stesso, sia a livello europeo” puntualizza Maria Paola Toschi secondo la quale, se si arrivasse a un compromesso sul caso Italia, ciò sarebbe molto favorevole ai mercati, alla crescita e alla stabilità: lo stesso Governatore di BCE ha ricordato quanto sia importante per l’area euro avere un sistema creditizio in salute e quanto sarebbe utilie risolvere i problemi delle banche europee prima possibile.
“Tuttavia un accordo potrebbe generare tensioni e sentimenti anti-europeisti in altri paesi in un momento delicato, ovvero alla vigilia di importanti appuntamenti elettorali.

Restando infatti in Europa, nel 2017 ci sono le elezioni in Francia e Germania.
Non si prevede una deriva anti europea, tuttavia un quadro politico più caotico e frammentato potrebbe mettere a rischio il processo di riforme che molti paesi hanno implementato in questi anni, rallentando il processo di rilancio dell’Europa” sostiene Maria Paola Toschi il cui riferimento è anche a quanto sta succedendo in Spagna dove le elezioni di giugno non hanno portato alla forte ascesa di partiti come Unidos Podemos, ma un risultato elettorale ancora frammentato rende difficile la formazione di una nuova colaizione mettendo a rischio anche la ripresa economica che si era manifestata nel 2015.

Infine nell’ultima parte dell’anno entreranno nel mirino degli investitori le elezioni presidenziali americane che si preannunciano un evento storico date le personalità dei due candidati.
È difficile valutare le implicazioni per i mercati della vittoria di uno dei due esponenti, tuttavia l’analisi statistica ci può dare qualche aiuto.
Negli ultimi 65 anni, durante presidenze repubblicane, sia i mercati che la crescita del PIL sono stati inferiori rispetto a periodi di presidenze democratiche, e questo trend può continuare.
Inoltre molti messaggi non sempre univoci del candidato repubblicano su temi cruciali come la difesa, la gestione delle relazioni internazionali, la sanità, la riforma fiscale potrebbero determinare un pediodo di incertezza soprattutto sugli effetti delle decisioni del nuovo presidente sul debito federale che continua a salire.

“Ancora ci ricordiamo nel 2013 quali turbative abbia prodotto sui mercati il rischio del fiscal cliff americano: ci aspetta quindi un periodo in cui le relazioni pericolose tra politica e mercati potrebbero perdurare, continuando ad alimentare una fase di incertezza e volatilità” conclude Maria Paola Toschi.
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