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Carlo Benetti

La variabile determinante resta l’inflazione. Anche se il Treasury supera il 3%

Il rischio azionario resta preferito ai titoli governativi, mentre le strategie flessibili e le multi-asset class, più versatili, promettono più capacità di adattamento.

7 Maggio 2018 11:18
financialounge -  Carlo Benetti GAM inflazione materie prime obbligazioni treasury

Mentre il dollaro recuperava terreno sull’euro e crescevano i timori del rallentamento dell’attività economica, il Treasury, il titolo decennale americano, ha superato la settimana scorsa la soglia del 3%. Un movimento che si spiega anche per l’aumento dei prezzi delle commodity. Materie prime più care significano prezzi più alti dei beni finali e, dunque, la possibile accelerazione della Federal Reserve nel riportare a normalità le condizioni monetarie.

AUMENTO DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME


“L’aumento delle materie prime preoccupa anche per l’erosione dei margini di profitto delle società che i prezzi di borsa registrano puntualmente” spiega Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell'Alpha e il Beta del 30 aprile 2018. Senza trascurare un altro aspetto: rendimenti superiori al 3%, quasi senza rischio, rendono meno attraente la scelta dell’investimento azionario. Secondo Carlo Benetti, è comunque l’inflazione la fonte di incertezza cruciale sebbene, al momento, non sembri molto accreditata.

RISCHIO INFLAZIONE POCO CONSIDERATO


Basti pensare che il trentennale, il più sensibile al rischio di inflazione, offre un rendimento di 3,2%, mentre nel 2014 offriva poco meno del 4%, con il decennale al 3%. Resta il fatto che i compratori a Wall Street continuano a guardare anche alla media mobile a 200 giorni che funge da supporto tecnico, pur restando rassicurati dalle trimestrali delle società, alcune strepitose, e dalle prospettive ancora positive. “Insomma, è troppo presto per decretare la fine del ciclo economico positivo, troppo presto per pronosticare una Grande Rotazione Globale dei portafogli dalle azioni alle obbligazioni” afferma Carlo Benetti che poi ricorda come GAM sia del parere che il ritorno di maggiore volatilità sia condizione indispensabile per il ripristino della normalità, del ritorno del rischio e delle sue valutazioni oggettive, in concomitanza con il graduale ritiro delle banche centrali dai piani straordinari di acquisto titoli.

APPROFONDIMENTO
Massima attenzione alla gestione del rischio dei portafogli

2018, L’ANNO DELLA VERITA’


Per Carlo Benetti, il 2018 sarà “l’anno della verità” perché vengono al dunque le incertezze del 2016, anno delle sorprese politiche, e del 2017, l’anno delle sorprese economiche. “Le banche centrali promettono gradualità nel riavvolgimento del nastro delle politiche monetarie, non spariscono d’incanto le forze strutturali che contrastano l’aumento dei rendimenti: i nuovi processi di produzione e nuove forme di lavoro, l’invecchiamento della popolazione, gli acquisti di titoli da parte di assicurazioni e fondi pensione” specifica Carlo Benetti.

INDICAZIONI DI INVESTIMENTO


Ecco perché il manager puntualizza che la variabile determinante resta l’inflazione, e che le indicazioni di investimento di GAM restano invariate. “Alla direzionalità del rischio azionario, ancora preferito in termini relativi, affianchiamo il significativo sottopeso dei titoli governativi, più vulnerabili, e la presenza di strategie flessibili e multi-asset class, più versatili” conclude Carlo Benetti.
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