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Russia: valutazioni convenienti, ma il rischio politico allontana gli investitori

Un posizionamento vicino al benchmark nelle asset class delle Russia sembra essere in questo momento la strategia di portafoglio più ragionevole

23 Aprile 2018 09:46
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Un attento e costante controllo dell’evoluzione della situazione. È quello che sta adottando Paul McNamara, direttore degli investimenti per le strategie Emerging Markets di GAM Investments, sul mercato russo alla luce delle nuove sanzioni che hanno l’obiettivo di penalizzare non solo le aziende, ma anche le persone che le posseggono e gli ufficiali governativi.

LE MOSSE DELLE AUTORITÀ RUSSE


“Le autorità russe hanno risposto sospendendo i normali acquisti di dollari statunitensi e fornendo liquidità agli attori locali. Anche la Banca centrale potrebbe ridurre il proprio ciclo di taglio dei tassi” specifica Paul McNamara, che, almeno per il momento, si sente di escludere un intervento nel mercato dei cambi. Tuttavia, se il rublo dovesse scendere molto di valore dagli attuali livelli, le cose potrebbero cambiare. In ogni caso, Paul McNamara nonostante un potenziale margine positivo delle valutazioni, resta indeciso sugli asset russi: fino a quando la situazione non si chiarirà reputa ragionevole mantenere una posizione vicina al benchmark.

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UN ENIGMA PER GLI INVESTITORI


“Gli investitori devono affrontare un difficile enigma. Un inasprimento delle sanzioni avrebbe sicuramente un ulteriore impatto negativo sui prezzi degli asset russi, ma senza di esso, l’impatto macroeconomico sarebbe minimo, rendendo le valutazioni estremamente convenienti. L’imprevedibilità della Casa Bianca rende ancora più difficile per gli investitori valutare la situazione e le loro posizioni” puntualizza Paul McNamara.

BRUSCO CALO DEI PREZZI DEGLI ASSET RUSSI


Il manager ricorda che il recente brusco calo dei prezzi degli asset russi (a seguito delle nuove sanzioni) ha coinvolto sia l’azionario (-8%), che i rendimenti delle obbligazioni governative (+50 punti base, con i prezzi dei bond, che si muovono in direzione opposta ai tassi, che invece sono scesi parecchio) e anche il rublo (-10%). “Le dimensioni di questi movimenti riflettono l’incertezza degli investitori, che temono che tali sanzioni possano inasprirsi, spingendoli a ulteriori vendite forzate” sottolinea Paul McNamara che, sull’altro piatto della bilancia, quello delle valutazioni, non trascura di ricordare che le riserve di valuta estera del Cremlino sono balzate dai 350 miliardi di dollaro Usd degli inizi del 2015 fino agli attuali 458 miliardi. Inoltre, al contrario della Turchia, il bilancio pubblico e la bilancia dei pagamenti russi sono molto solidi.

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NEUTRALI SUI BOND LOCALI


A febbraio Paul McNamara ha deciso di ridurre l’esposizione alla Russia, considerando che gli asset locali avevano registrato già solide performance. “Restiamo con una posizione neutrale sulle obbligazioni locali. Ma con una duration (scadenza media dei titoli, cioè la sensibilità alla variazione dei tassi, ndr) leggermente lunga, perché ci attendiamo un ulteriore taglio dei tassi da parte della Banca centrale, a causa dei bassi livelli d’inflazione. Non siamo esposti al debito societario russo” conclude il manager.
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