Contatti

Carlo Benetti

Il rischio geopolitico suggerisce cautela nelle esposizioni più rischiose

Chi ha una propensione al rischio contenuta può iniziare a prendere profitto sulle asset class più rischiose così da limitare le perdite massime di portafoglio.

7 Settembre 2017 09:33
financialounge -  Carlo Benetti GAM geopolitica occupazione USA

“La crescita economica resta convincente e diffusa, non ci sono segnali di inflazione preoccupanti, le politiche monetarie restano accomodanti ma il rischio geopolitico suggerisce cautela nelle esposizioni più rischiose” sintetizza Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR nell’Alpha e il Beta del 4 settembre 2017.

L’analisi del manager partono dai due indici anticipatori del ciclo economico (leading indicator) degli Stati Uniti particolarmente importanti pubblicati venerdì scorso. Il primo, il rapporto mensile sui nuovi occupati, ha evidenziato che Il numero dei nuovi occupati in agosto, pari a 156.000 unità, è risultato al di sotto delle attese mentre, il secondo, l’indice ISM, il sondaggio periodico sugli acquisti delle imprese manifatturiere, ha mostrato valori molto positivi (58,8 rispetto al precedente 56,3), a conferma delle buone condizioni dell’economia americana che non sembra aver così bisogno di stimoli fiscali.

L’aspetto meno chiaro della forza nei dati dell’occupazione riguarda la dinamica dei salari orari che sembra aver invertito il sentiero di crescita graduale degli ultimi anni. Per gli scienziati sociali si tratterrebbe di un pessimo segnale di stagnazione dei redditi e di insoddisfazione delle fasce deboli della popolazione mentre per gli osservatori economici, al contrario, il rallentamento delle paghe orarie prelude a espansione economica senza pressioni inflazionistiche.

“L’osservatore prudente sa che la divergenza tra economia finanziaria ed economia reale è sempre insidiosa, povertà e rancore sociale sono la miscela per la massima incertezza politica” puntualizza Carlo Benetti, secondo il quale la composizione dei portafogli in quest’ultima parte dell’anno deve necessariamente tenere conto di tutte queste considerazioni.

“Veniamo da una fase prolungata di rialzo dei mercati finanziari” dice Massimo De Palma di GAM Italia “è quindi possibile che le prossime fasi di correzione possano essere più profonde, chi ha una propensione al rischio contenuta può iniziare a prendere profitto sulle asset class più rischiose così da limitare i drawdown (perdite massime) di portafoglio”.

Volendo riassumere, pur preferendo l’esposizione azionaria rispetto alle obbligazioni, soprattutto quelle governative dell’area euro, occorre essere più attenti e selettivi. Eurozona, Giappone e Paesi Emergenti, in virtù anche degli ultimi solidi dati PMI relativo all’attività manifatturiera, restano le aree geografiche da preferire.

Nei mercati emergenti, invece, si mettono in luce il Brasile e l’Europa centrale, che beneficia del momentum dell’economia europea. L’esposizione alle società di piccola e media capitalizzazione attive sul mercato domestico dovrebbe poi controbilanciare il rischio delle conseguenze dell’eventuale proseguimento dell’euro forte sulle esportatrici.

A questo proposito, emergono due segnali che rendono poco probabile il proseguimento della debolezza del dollaro affiorata negli ultimi mesi. In primis le posizioni speculative nel mercato sono fortemente concentrate su esposizioni corte (ribassiste) di dollari, circostanza che suggerisce un rallentamento delle pressioni in vendita.

In secondo luogo, nonostante il dato sui nuovi occupati di agosto (inferiore alle aspettative), le condizioni del mercato del lavoro restano robuste: di conseguenza non si può affatto escludere né la riduzione del bilancio da parte della Fed e nemmeno un suo nuovo intervento sui tassi americani.
Share:
Trending