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Compra la correzione, il mantra dei mercati dal 2009

Dal 2009 in poi, ogni correzione dei mercati ha rappresentato una occasione di acquisto di asset di qualità a sconto, ma adesso serve molta più selezione.

24 Maggio 2017 09:58
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"La notizia della fine della reflazione è fortemente esagerata” dichiara senza mezze misure Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e il Beta del 22 maggio. Il suo riferimento è al fatto che le vicende che hanno coinvolto i presidenti degli Stati Uniti e del Brasile e l’evoluzione della crescita della Cina hanno fatto tornare la paura per il rischio politico e, a cascata, la fine del processo virtuoso di reflazione globale.

“Non è stato il rischio di una procedura di impeachment, nessuno pensa davvero a un anticipato e mesto epilogo della presidenza Trump, quanto quello che non arrivi a compimento la più importante delle promesse fatte in campagna elettorale, la riforma fiscale e la diminuzione delle aliquote” specifica Carlo Benetti a proposito delle tensioni politiche in America mentre reputa il momentum favorevole della crescita cinese destinato a continuare anche perché è interesse prioritario del governo di Pechino garantire stabilità economica e sociale prima del congresso.

Per quanto riguarda poi il Brasile, dove una nuova storia di presunte tangenti travolge la politica brasiliana, Carlo Benetti segnala come le vendite massicce abbiano riportato il rendimento reale (cioè al netto dell’inflazione) delle obbligazioni brasiliane oltre il 6%, livelli visti all’inizio del 2014, tempi di taper tantrum, o nel novembre 2016, con la crisi della Roussef.

“Considerato quanto gli investitori siano esposti al rischio tasso e valuta brasiliani, se una combinazione di incertezza e vincoli di risk management imponessero una immediata riduzione delle esposizioni, i prezzi sconterebbero un eccesso di reazione” ha specificato Paul Mc Namara di GAM. Proprio quest’ultima considerazione deve far ricordare che le correzioni possono rappresentare anche un'occasione di acquisto.

“Il ‘Buy the Dip’, compra la correzione, è il mantra dei mercati dal 2009” afferma Carlo Benetti che poi constata come, al crescere dell’incertezza, sia necessario mantenere la concentrazione sui veri fattori che condizionano i mercati. A questo proposito, permangono almeno tre fattori di supporto importanti.

In primis non si stanno affatto affievolendo le buone notizie sul lato della crescita. In secondo luogo le attese sugli utili societari sono ancora positive. In terzo luogo, le grandi economie emergenti, ad esempio Cina e India, trovano forza di avanzamento nelle ampie agende di riforme da realizzare.

“Relativamente alle economie emergenti si possono individuare tre elementi di supporto” rivela Carlo Benetti che poi aggiunge: “Innanzitutto, sono migliorati i fondamentali con molti paesi che hanno completato il riequilibrio dei conti. Poi il profilo rischio-rendimento e le valutazioni azionarie sono migliori rispetto alle economie sviluppate: una situazione agevolata sia dall’atteggiamento non eccessivamente aggressivo da parte della Federal Reserve in tema di rialzo dei tassi USA e sia per la riduzione delle minacce protezionistiche. Infine, ma non certo per importanza, dopo anni di flussi in uscita, i grandi investitori sono sottopesati e, probabilmente, pronti al rientro”.
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