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Azioni Europa, un mercato adatto agli stock-pickers

23 Maggio 2016 10:19
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“Possiamo inquadrare l’attuale contesto come un mercato adatto agli stock-pickers (selezionatori di singole aziende) e, pertanto, un mercato capace di offrire qualche buona opportunità d’investimento” sostiene Niall Gallagher, Responsabile delle strategie azionarie europee di GAM, secondo il quale il mercato azionario europeo continua a trattare a sconto: la ripresa dell’Eurozona è in corso, in special modo in Paesi come Irlanda e Spagna. Per quanto riguarda i settori, quello bancario europeo rimane poco attraente mentre il segmento legato all’energia nel Vecchio Continente, dopo aver toccato il fondo, è sul punto di iniziare la ripresa e sono emerse alcune opportunità di valore.

“Anche la catena di approvvigionamento industriale nel settore energetico, dei metalli ed estrattivo è probabile che rimanga poco attraente ancora per qualche tempo dato che un miglioramento delle materie prime di riferimento richiede significativi tagli della capital expenditure e una diminuzione dei costi” spiega Niall Gallagher che, sul fronte delle banche europee, non si aspetta una ripresa degli utili né un’accelerazione della leva finanziaria, e ritiene che la ripresa nelle valutazioni cui abbiamo assistito a metà dell’anno scorso sia stata molto più ampia di quanto comunemente si pensi, dato che molte view degli investitori sono state fuorviate dall’aumento di capitale e che gli ormai strutturalmente indeboliti multipli price to book del sistema bancario europeo rispecchiano semplicemente un livello di RoE (Return on Equity) più basso.

Il manager pensa che molte banche continueranno a sottoperformare e che molti istituti di credito evidenziano problemi di modelli di business dato che la regolamentazione ha modificato il contesto e ha tolto convenienza ad attività che prima lo erano. Per quanto riguarda il settore degli energetici, i mercati hanno dimostrato capacità autocorrettive nel corso del tempo, con un tasso di crescita intorno all’1-1,5% per la domanda di petrolio globale che nasce dalla crescita sui mercati emergenti e da un tasso di impoverimento compreso tra il 5 e il 20% del settore petrolifero data la mancanza di investimenti. L’indebolimento del prezzo del petrolio porta ad una riduzione degli investimenti e delle spese operative che, a loro volta, determinano una diminuzione della produzione riportando l’offerta di nuovo in equilibrio con la domanda.

“Dal nostro punto di vista, immaginiamo che domanda e offerta potranno tornare in equilibrio tra il 2016 e il 2017” rivela Niall Gallagher che, passando al settore dei metalli e delle attività estrattive come acciaio, ferro e materiali grezzi, constata una condizione di sostanziale eccesso di offerta nel lungo periodo. “Se da un lato riscontriamo nel breve periodo un significativo rifornimento dalla Cina, dall’altro abbiamo al momento una certa difficoltà nel valutare come domanda ed offerta possano tornare in equilibrio su un orizzonte temporale più lungo, anche se è nostra impressione che troveranno un punto d’incontro ad un prezzo molto più basso” conclude Niall Gallagher.
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