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Zona euro, la crescita non sembra a rischio nemmeno con l’euro forte

Se il rafforzamento dell’euro sarà graduale e, soprattutto, accompagnato da una ripresa economica solida non dovrebbe far deragliare la crescita della zona euro.

19 Settembre 2017 09:46
financialounge -  Amundi crescita economica euro Eurozona Philippe Ithurbide

Dal 3 gennaio di quest’anno il dollaro ha perso il 14 per cento rispetto all’euro mentre da maggio l’arretramento è del 6% in termini ponderati per l'interscambio. Sono i numeri che più saltano all’occhio nell’esaminare la dinamica del cambio euro – dollaro americano (eur-usd). Allargando però l’orizzonte temporale di analisi, si scopre che l’attuale fixing (intorno a quota 1,20) è prossimo a quello del gennaio 2015 mentre negli ultimi tre anni il dollaro mantiene ancora un +9% di apprezzamento rispetto alla moneta unica. Resta il fatto che una valuta più forte rende le esportazioni meno competitive: un fattore che potrebbe quindi rappresentare una minaccia per la ripresa dell’Eurozona.

Una tesi che non convince però Philippe Ithurbide, Global Head of Research, Strategy and Analysis di Amundi secondo il quale l’euro, ai livelli attuali, non sembra mettere a repentaglio la ripresa dell'Eurozona. “Fin quando l'apprezzamento della moneta unica rimarrà graduale e sarà guidato dai fondamentali, avrà un impatto trascurabile sulle nostre previsioni macroeconomiche. Infatti, esso supporta il nostro scenario macroeconomico. I modelli della BCE indicano che un apprezzamento persistente dell'euro ha un impatto limitato sulla crescita del PIL, ma significativo e negativo sull'inflazione sottostante” specifica Philippe Ithurbide, ricordando come alcuni dei timori relativi agli attuali trend valutari e a un eccesso di rischio sono stati discussi a luglio durante la riunione del comitato di politica monetaria della BCE perché rappresentano una misura implicita di inasprimento monetario e potrebbero modificare l'outlook sull'inflazione. Nella conferenza stampa post meeting di settembre Draghi si è limitato a sottolineare che il ‘rafforzamento dell’euro costituisce una fonte di incertezza’.

“Se la moneta unica si stabilizzerà o continuerà ad apprezzarsi gradualmente come previsto nel nostro scenario di base, la BCE potrebbe annunciare, forse a ottobre, una riduzione del programma di QE dal gennaio 2018. Se invece dovesse continuare ad apprezzarsi rapidamente in termini ponderati per l'interscambio, la BCE potrebbe assumere una posizione più accomodante e rimandare il tapering” conclude Philippe Ithurbide.
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