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Federal Reserve

Valute emergenti, adesso sono sottovalutate del 25%

28 Luglio 2016 10:28
financialounge -  Federal Reserve mercati emergenti mercati valutari Pictet Simon Lue Fong

Nonostante i rialzi messi a segno da inizio anno da alcune valute (real, rublo e rand), le monete dei paesi in via di sviluppo promettono ulteriori recuperi.


 

Che la componente valutaria sia importante nel determinare la performance di un buon portafoglio diversificato a livello internazionale è risaputo.
Quello che forse non è ancora del tutto evidente che l’esposizione a valute estere può fornire extra rendimenti di un certo rilievo in questo contesto di tassi obbligazionari ai minimi termini e di andamenti azionari non brillanti.

Basti pensare che da inizio anno lo yen giapponese si è rivalutato dell’11% sull’euro, la corona norvegese del 2%, il dollaro canadese del 5%, il rand sudafricano dell’8%, il real brasiliano del 16%, il rublo russo dell’11%.
Proprio le valute dei paesi emergenti sono quelle che mostrano ancora ampi margini di recupero come spiega Simon Lue-Fong, Head of Emerging Market Debt di Pictet Am.
“In 5 anni le monete dei paesi emergenti hanno lasciato sul terreno tra il 40 e il 50% ma ora sono sottovalutate del 25% in base al nostro modello”.
All'inizio di quest'anno si è potuto constatare cosa tutto questo possa significare per gli investitori.

Sembra, come spiega Simon Lue-Fong, che in occasione della riunione dello scorso febbraio a Shanghai i ministri delle finanze del G20 abbiano ammesso che le grandi economie mondiali non possono svalutare le rispettive monete in contemporanea.
“Una politica che sinora non ha portato a nulla. I mercati hanno accolto con favore il cambio di approccio delle autorità, che ha scatenato un rally delle valute emergenti sino a fine aprile” puntualizza il manager.
Ultimamente, la Federal Reserve ha ammorbidito i toni a proposito del possibile rialzo dei tassi americani generando un sollievo per le banche centrali dei Paesi emergenti, che avrebbero avuto difficoltà nel tenere il passo della Fed per conservare il carry positivo (extra rendimento) dei loro asset finanziari rispetto agli USA al fine di attirare investimenti.

“Le mosse della Fed sono molto importanti per tutti gli asset rischiosi. Vale la pena ricordare che il debito emergente in valuta locale ha raggiunto il picco a maggio 2013, quando l'allora Presidente Ben Bernanke annunciò che l'istituto era pronto a ridurre il programma di quantitative easing” conclude Simon Lue-Fong.
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