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USA, le prospettive dell’economia non sono affatto deboli

I 255 mila nuovi posti di lavoro di luglio e l’aumento dei salari dimostrano che l’economia USA è molto più solida di quanto temuto e può trainare Wall Street al rialzo.

11 Agosto 2016 09:28
financialounge -  Federal Reserve Keith Wade Schroders USA

Alcuni commentatori hanno tenuto a precisare che dietro ai 255 mila nuovi posti di lavoro creati a luglio negli Stati Uniti (che fanno salire a 2,4 milioni i nuovi occupati americani negli ultimi 12 mesi) si nasconde un’altra realtà meno rosea. Quella relativa ai salari che crescono poco e che hanno reso negli ultimi decenni la ‘classe media’ americana sempre meno abbiente a tutto vantaggio dei ricchi, dei supermanager e dei cittadini a più alto reddito.

Resta il fatto che il dato sui payroll non agricoli di luglio cresciuti di 255.000 unità (nettamente al di sopra dei 180 mila attesi) segnala che le prospettive dell’economia USA non sono affatto deboli come si temeva.

“I dati pubblicati il 5 agosto indicano che l’attività economica degli Stati Uniti è in ripresa, con le imprese che assumono e i salari che crescono” commenta Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, che aggiunge: “Il PIL debole registrato nel secondo trimestre sembra aver sofferto eccessivamente dei tagli alle scorte, che non ci saranno nel trimestre attuale. Il ritmo della crescita dei posti di lavoro, combinato con le ore lavorate, indica un’economia in accelerazione nel trimestre in corso”.

Secondo lo strategist sebbene i dati possano sorprendere alla luce dei profitti societari in calo anche al di fuori dal settore energetico, segnalano che le aziende americane starebbero beneficiando della domanda sottostante: tuttavia, una conferma in questo senso ci sarebbe solo nel caso in cui la spesa per investimenti ripartisse dopo un secondo trimestre a scartamento ridotto.

E per quanto riguarda la Federal Reserve? “I dati sul mercato del lavoro lasciano la porta aperta a un rialzo dei tassi di interesse a dicembre: difficile che prima di allora, alla luce dei rischi politici, la banca centrale americana assuma decisioni”.
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