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Trump, il dollaro e Janet

Il presidente eletto Donald Trump denuncia il dollaro troppo basso contro il renminbi cinese. L’ennesima accusa rivolta alla Cina, ma forse anche alla Fed.

18 Gennaio 2017 08:00
financialounge -  dollaro donald Trump Janet Yellen Renminbi

Donald Trump infrange un altro tabù. Parla del dollaro per dire che è “troppo forte” nei confronti del renminbi cinese. Parlare del dollaro è esplicitamente vietato alla Federal Reserve, perché si tratta di una materia di competenza esclusiva del Tesoro, e sconsigliato anche al presidente, che, se ne parla, deve ripetere la formula che è rimasta invariata da decenni: un dollaro forte è nell’interesse degli Stati Uniti.

Una formula che viene ripetuta in automatico quale che sia il prezzo del biglietto verde sul mercato dei cambi. Ripetuta perfino ai tempi dell’amministrazione di Bush figlio quando il biglietto verde viaggiava oltre 1,5 su euro.

Chissà cosa ne pensa Janet Yellen, la numero uno della Fed che di dollaro per convenzione consolidata non può parlare ma che da sempre il biglietto verde lo manovra sul mercato, di concerto o anche no con le altre banche centrali.

Con un dollaro così forte, ha detto Trump al Wall Street Journal, le aziende statunitensi non possono competere con i cinesi perchè la Cina tiene forzatamente bassa la sua moneta, il renminbi, che “viene fatto affondare come un sasso”. Da quando è stato eletto Trump il dollaro è salito del 4% rispetto al basket delle principali valute. E la Fed che si prepara ad alzare i tassi da due a tre volte nel 2017 non aiuta a farlo scendere.

Il messaggio di Trump suona come l’ennesimo avvertimento alla Cina manipolatrice del cambio, ma somiglia anche molto a un preavviso di licenziamento per Janet Yellen.
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