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Settore finanziario, le turbolenze di mercato nascondono il valore

di FinanciaLounge 8 Febbraio 2016 09:37
financialounge -  borsa Eurostoxx Invesco Julien Eberhardt
Se le turbolenze che hanno interessato i listini azionari europei sono state piuttosto forti, quelle che hanno riguardato il settore bancario sono state delle vere e proprie tempeste. Ma è proprio dopo queste violente correzioni che, tra le macerie si nascondono veri e propri tesori nascosti, sebbene non facili da individuare. Da inizio anno al 29 gennaio, l’indice Stoxx 600 delle Borse europee ha registrato un calo del -6,4% mentre lo Stoxx 600 settore banche ha perso il 15 per cento; l’Eurostoxx (il paniere azionario dei listini della zona euro) invece ha lasciato sul terreno il 6,8% mentre l’Eurotoxx settore bancario ha perso il 17,8%. Ancora peggio la situazione del settore bancario italiano che evidenzia un -30,8% da inizio anno al 5 febbraio scorso a fronte di un -19,5% dell’indice Ftse Mib di Piazza Affari. Secondo Julien Eberhardt, gestore e analista senior del team Invesco Fixed Income di Henley, esiste ancora valore nelle obbligazioni degli emittenti di quest'area.

“A giudizio del team, i titoli finanziari sono ancora relativamente interessanti in quanto offrono un ragionevole rapporto rischio - rendimento. Il rafforzamento dei bilanci bancari e la riduzione del volume di asset ponderati per il rischio hanno migliorato l'affidabilità creditizia. D'altra parte, abbiamo visto i ricavi bancari finire sotto pressione e i problemi specifici per determinate società hanno rappresentato una caratteristica del 2015. Tuttavia, il debito subordinato ha complessivamente registrato buone performance nel 2015 e sono ottimista per il settore” spiega il manager che, in prospettiva, ritiene che rimanga importante adottare un approccio selettivo e che, inoltre, sia essenziale un'approfondita analisi del credito.

“Oltre alla consapevolezza dei rischi specifici per le società, mi concentro su tre fattori a mio avviso in grado di incidere sul settore: la stretta della politica monetaria USA, l'aumento del rischio politico conseguente al rafforzamento dei partiti politici contrari all'austerità e infine le preoccupazioni geopolitiche” conclude Julien Eberhardt.
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