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Rendimenti delle obbligazioni USA alla prova della maggiore crescita economica

11 Gennaio 2017 09:47
financialounge -  crescita economica mercati obbligazionari USA

I rendimenti delle obbligazioni USA sono saliti dalla vittoria di Trump ma potrebbero essere vicini al picco: il Treasury a 10 anni al 2,60% può essere interessante.


Dall’elezione di Donald Trump a nuovo presidente degli Stati Uniti (8 novembre) in poi, sulla scia delle maggiori attese circa un allentamento fiscale e normativo che a sua volta ha contribuito ad aumentare le aspettative di crescita e inflazione, i rendimenti a breve e a lungo termine dei titoli di stato USA sono saliti in modo significativo: basti pensare che il rendimento del Treasury decennale USA si è incrementato dall’1,73% fino al 2,64% (per poi posizionarsi all’attuale 2,38%).


In parallelo si è notato un forte avanzamento del dollaro (con il fixing eur/usd che si è spinto fino al di sotto di quota 1,04) e una robusta rotazione in Borsa dai titoli dei settori utilities e beni di consumo di prima necessità ai titoli finanziari e ciclici.


Ma gli attuali livelli raggiunti dai rendimenti costituiscono il picco di questa fase rialzista oppure sono destinati a proseguire nei prossimi mesi?


A questa domanda da migliaia di miliardi di dollari (visto l’ammontare dei titoli obbligazionari emessi in tutto il mondo in dollari americani) una banca d’affari svizzera ha cercato di rispondere cercando di quantificare l'impatto potenziale di un allentamento fiscale e normativo sui rendimenti dei titoli obbligazionari in dollari, sull’S&P500 di Wall Street e sul cambio eur / usd.


La prima conclusione a cui sono giunti gli analisti svizzeri è che il rendimento del Treasury USA a 10 anni potrebbe attestarsi tra il 2,2% e il 2,8%, a seconda della portata e dell'impatto delle misure che potranno essere adottate dall’amministrazione Trump a favore della crescita.


Inoltre, pur tenendo conto che ci possa essere nei primi due mesi del 2017 un picco per l’inflazione (per l’effetto del confronto tra i prezzi attuali dell’energia rispetto ai minimi di gennaio – febbraio 2016), secondo le stime degli esperti della banca d’affari svizzera i tassi di interesse obbligazionari americani sembrerebbero già incorporare buona parte di queste aspettative inflattive.


Tradotto in pratica, il suggerimento è quello di cominciare ad assumere esposizione sul mercato obbligazionario in dollari sfruttando il rialzo dei tassi: già ad un tasso di rendimento del 2,60% i Treasury decennali USA dovrebbero risultare convenienti. Per quanto riguarda invece le Borse la preferenza va verso i titoli azionari europei e giapponesi e nei settori degli Stati Uniti che in genere beneficiano della forte crescita interna.

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