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Rapporto tra prezzo e utili, ecco come interpretarlo correttamente

Il rapporto tra prezzo e utili indicherebbe valutazioni attuali molto tirate in borsa, ma i tassi bassi e la bassa volatilità potrebbero continuare a sostenere i listini.

13 Dicembre 2017 08:29
financialounge -  mercati azionari utili Wall Street

Uno dei parametri più usati per misurare le valutazioni di borsa è rappresentato dal rapporto prezzo/utili (p/e). Un parametro abbastanza intuitivo per fornire in modo immediato quanto la borsa stia prezzando i profitti: tanto più tale rapporto è alto, tanto più il listino azionario è caro e viceversa. Attualmente, per fare un esempio concreto, il p/e dell’S&P500 di Wall Street, in base agli ultimi dati di Thomson Reuters (aggiornati all’11 dicembre), viaggia intorno a 20,1 mentre quello prospettico (cioè quello che tiene conto, al denominatore, dei profitti attesi nei prossimi 12 mesi) si attesta a 18,1: valori, in ogni caso, ben al di sopra della media degli ultimi decenni a quota 16.

A questo proposito può essere interessante segnalare uno studio effettuato da UBS con i dati Datastream sugli indici MSCI USA che ha calcolato l’andamento storico del p/e dal 1969 al 31 agosto scorso. Ebbene, il p/e corrente dell’MSCI USA (pari a 23,0) si posiziona ad un livello ben superiore non solo alla media storica (20,0) ma anche al gradino di una standard deviation superiore (praticamente il 10% in più della media storica e cioè a quota 22,0). Si tratta di un posizionamento che vede il p/e dell’MSCI Europe ex UK e il p/e dell’MSCI Emerging Markets al di sotto (e quindi meno cari rispetto all’azionario americano), rispettivamente del 16,7% e del 32%.

Tuttavia, nonostante questo studio su dati storici indichi una valutazione di Wall Street molto tirata, gli analisti svizzeri concludono ricordando che il rapporto p/e deve essere visto come un valido strumento di valutazione all’interno però di un solido e ampio metodo di allocazione analitica di portafoglio. Utilizzato da solo, il p/e evidenzia parecchi difetti mentre risulta davvero efficace quando è utilizzato insieme ad altre metriche e contestualizzato nel lungo termine. Gli investitori devono comprendere il contesto in movimento e non trascurare i rischi sui mercati azionari che, in questo ambiente, sono rappresentati da un aumento dei tassi più rapido del previsto negli Stati Uniti e dalle tensioni geopolitiche in aumento a livello mondiale. Secondo la banca d’affari svizzera, tuttavia, lo scenario base più probabile dovrebbe essere quello in cui l’attuale ambiente di tassi bassi e volatilità contenuta possa continuare a sostenere gli attuali multipli azionari, soprattutto, negli Stati Uniti.
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