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Portafogli, valide ragioni per assumere un approccio prudente

16 Giugno 2016 09:11
financialounge -  andamento laterale mercati azionari Pictet USA
Dopo aver toccato un minimo a metà febbraio, i principali indici delle borse mondiali hanno recuperato buona parte delle perdite accumulate nelle prime settimane del 2016. Tuttavia, da aprile in poi si è potuto notare un andamento laterale, gergo tecnico con il quale si definiscono i movimenti degli indici di borsa al rialzo e al ribasso entro un range non elevato (in questo caso più o meno 5 per cento). Un andamento che, se da un lato non invoglia più di tanto ad investire, dall’altro suscita qualche legittimo interrogativo da parte degli investitori retail alle prese con tassi di interesse ai minimi storici e, in larga misura, addirittura negativi.

Ma per gli esperti della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, è meglio adottare un approccio di portafoglio prudente.

“In base ai nostri segnali di valutazione i titoli azionari si confermano più interessanti di quelli obbligazionari. Rimane però un’ampia dispersione regionale e settoriale” dichiara la PSU secondo la quale i titoli azionari americani risultano onerosi rispetto alle controparti dei Paesi sviluppati ed emergenti: il rapporto prezzo/ utili (p/e) di Wall Street a 12 mesi si attesta a 17, cioè un 20% oltre il dato suggerito dal modello di fair value (corretta valutazione) elaborato dalla PSU. Inoltre, sempre secondo i professionisti della PSU, il divario tra la redditività delle società statunitensi ed europee ha raggiunto i massimi mai registrati e, mentre il ciclo degli utili aziendali USA è già nella fase di sviluppo, i profitti delle società europee potrebbero presto recuperare terreno. Se nel complesso la crescita degli utili societari resta scarsa, i risultati aziendali trimestrali hanno ampiamente superato le aspettative in gran parte del mondo, a eccezione del Giappone.

“I nostri indicatori tecnici suggeriscono di assumere un posizionamento neutrale sulle asset class più rischiose. I titoli ciclici non sono riusciti a proseguire il recente rally: questo dimostra che le azioni non convincono gli investitori. Nel frattempo, il rapporto put/call (volume di opzioni put diviso volume di opzioni call) mostra un aumento della domanda di strumenti di protezione a fronte della flessione dei mercati. Un altro motivo per rimanere cauti sulle azioni è rappresentato dai fattori stagionali: è dimostrato che le asset class rischiose raramente registrano buone performance nei mesi estivi” concludono gli esperti della PSU.
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