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Portafogli obbligazionari, il jolly del debito emergente

Aggiungere una quota di debito emergente in un portafoglio obbligazionario permette di conseguire in un arco di 5 anni un interessante extra rendimento.

19 Giugno 2017 09:33
financialounge -  debito emergente mercati obbligazionari Pictet tassi di interesse

L’investimento in obbligazioni diventa ogni giorno sempre più complicato e, sopratutto, espone al rischio di rialzo dei tassi di interesse. Infatti, nel momento in cui i tassi di interesse salgono le quotazioni delle obbligazioni scendono e viceversa. E il fenomeno è tanto più marcato quanto più lunga è la scadenza del titolo obbligazionario.

In questo contesto da inizio anno, i fondi obbligazionari hanno reso (in base all’indice generale dei fondi obbligazionari) lo 0,95% mentre negli ultimi 12 mesi la performance è stata del +2,44%. Rendimenti che, tuttavia, avrebbero potuto essere rinforzati con una quota di fondi obbligazionari paesi emergenti. Infatti, inserendo in portafoglio il 30% di fondi obbligazionari mercati emergenti il rendimento sarebbe salito al +1,91% (da inizio anno) e al +3,91% a 12 mesi.

I mercati emergenti offrono, infatti, agli investitori fixed income un buon potenziale di rendimento rettificato per il rischio in un ciclo di cinque anni.

“Dalla nostra analisi emerge che l’inserimento di obbligazioni dei mercati emergenti in un portafoglio composto da titoli sovrani dei Paesi avanzati ha sempre giovato alla performance senza aumentare significativamente il rischio” fa sapere la Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, che poi aggiunge: “In base alle nostre stime, un portafoglio modello composto per l’80% da titoli di Stato delle aree sviluppate e per il 20% da debito emergente in valuta forte e in valuta locale (senza copertura) in egual misura genererebbe un rendimento annuo del 2,5% in 5 anni, superando la performance attesa per le obbligazioni dei Paesi avanzati, pari all’1,7%. Tali previsioni sono in linea con i dati reali rilevati in passato. Nel periodo 2003-2017 un simile portafoglio avrebbe sovraperformato i bond governativi mondiali di 87 punti base (+0,87%) l’anno a parità di rischio”.

Vale infine la pena sottolineare che dall’inizio del 2003 un portafoglio composto per il 50% da debito emergente in valuta forte e per il 50% da debito emergente in valuta locale avrebbe generato una performance annualizzata dell’8,3%, oltre 4 punti percentuali in più rispetto all’indice dei mercati sviluppati, ma con un livello di rischio decisamente più elevato.
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