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Polizze vita tradizionali, ecco cosa potrebbe cambiare

Il regime di tassi dei titoli di stato della zona euro ai minimi storici ha spinto l’IVASS a proporre alcune modifiche per mantenere la stabilizzazione dei rendimenti.

29 Novembre 2017 09:51
financialounge -  IVASS polizze vita settore assicurativo titoli di stato

L'IVASS, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, ha diramato una proposta di modifica riguardante alcuni aspetti delle polizze vita ramo I: ora i soggetti interessati (compagnie, consumatori e soggetti privati) hanno 30 giorni di tempo per far pervenire le loro riflessioni e poi il garante delle assicurazioni prenderà una decisione definitiva.

Le polizze vita ramo I sono quelle collegate ad una gestione separata: uno speciale fondo, il cui patrimonio e la gestione sono separati (da qui il nome) dalla compagnia assicurativa che lo colloca sul mercato, che investe prevalentemente in titoli di stato e obbligazioni della zona euro. Gestioni che nel loro insieme amministrano attualmente circa 500 miliardi di euro e che si sono contraddistinte per il fatto di registrare rendimenti medi annui sempre positivi dal 1986 al 2016. Una peculiarità permessa dal fatto che il calcolo del rendimento annuo non si basa, come invece avviene per i fondi comuni, le SICAV e le gestioni patrimoniali, sui prezzi di mercato dei titoli in portafoglio, quanto piuttosto sul rendimento annuale all’atto dell’acquisto spalmato per tutta la durata del titolo.

In pratica, se una gestione separata ha acquistato un BTP decennale nel maggio 2009 con un rendimento lordo annuo del 4,59%, ha potuto utilizzare tale rendimento medio annuo (4,59%) in tutti gli esercizi annui dal 2009 al 2016 e lo potrà continuare a fare fino alla sua scadenza (maggio 2019) a prescindere dall’effettivo andamento del titolo sul mercato nel corso degli anni. Un meccanismo di calcolo che stabilizza le performance della gestione separata e che ha permesso, per l’appunto, di registrare rendimenti positivi in tutti gli anni fino al 2016.

Ma ora, con i tassi di interesse sottozero e quelli dei titoli di stato a medio-lungo termine schiacciati sui minimi storici, questo meccanismo rischia di non poter più garantire rendimenti positivi. Da qui la proposta dell’IVASS che prevede, per le gestioni separate di nuova immissione sul mercato (quelle già operative non saranno interessate dal provvedimento), la costituzione di un ‘fondo utili’, una riserva matematica finalizzata a una migliore gestione nel tempo dei rendimenti da riconoscere agli assicurati.

Tale fondo, in pratica, consentirà di accantonare le plusvalenze realizzate in un esercizio (che con le regole attuali devono essere utilizzate nel bilancio di quell’anno) per poi decidere di erogarle in anni successivi (fino ad un massimo di otto anni dopo la realizzazione): in tal modo il team di gestione avrebbe a disposizione un ‘tesoretto’ aggiuntivo utile per i prossimi anni in cui i tassi dei BTP saranno su livelli talmente ridotti da limitare le possibilità di rendimento appetibile della gestione.

La seconda modifica è più tecnica, e riguarda la modalità di registrazione dei proventi netti ricavati da operazioni sui contratti future quotati: operazioni già adesso consentite ma solo per finalità di copertura del portafoglio.
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