Contatti

bitcoin

Oltre il Bitcoin: altre 7 criptovalute da tenere d’occhio nel 2018

Ci sarà una alt-coin in grado di raccogliere la pesante eredità del Bitcoin? Secondo gli esperti queste sono 7 criptovalute da osservare con attenzione.

8 Gennaio 2018 00:01
financialounge -  bitcoin blockchain criptovalute ripple

In principio fu il Bitcoin. Poi arrivò l’ondata delle criptovalute. Un’ondata così importante da meritare un nome proprio: alt-coin, per indicare tutte le criptovalute diverse dal Bitcoin. Attualmente anche i più convinti sostenitori delle criptovalute ammettono che Bitcoin & co. rappresentino più un asset di investimento che una moneta vera e propria. Anche se in alcuni paesi si stanno facendo passi importanti verso la seconda ipotesi. Al netto delle perdite di metà gennaio (vedi aggiornamento alla fine dell'articolo), gli investitori si pongono una sola domanda: quale sarà, tra le oltre 1.300 criptovalute esistenti, quella in grado di replicare le performance del Bitcoin? Perché se negli ultimi giorni la criptovaluta per eccellenza ha perso una parte del suo valore, rimane pur sempre intorno ai 15mila dollari: non male per un asset che all’inizio del 2017 ne valeva 970.

Ma è bene sempre ricordare che, quando si parla di criptovalute, bisogna tenere conto sia della rischiosità che della volatilità dell’investimento: caratteristiche che rendono le criptovalute un prodotto da approcciare con estrema prudenza.
Avendo bene in mente ciò, possiamo scorrere la lista delle 7 criptovalute da tenere d’occhio nel 2018 perché considerate possibili eredi del Bitcoin. Ecco le scelte di MarketWatch, scaturite da un’intervista a George Tung, cofondatore di Cryptos R Us e veterano dell’investimento in criptovalute, che consiglia, prima di investire in una alt-coin, di valutare la storia dei creatori e le motivazioni per cui una criptovaluta è nata.











































NOME PERFORMANCE * MARKET CAP ($) **
Ripple + 38.233 % 89,2 mld
Cardano + 2.983 % 18,6 mld
Iota + 464 % 9,8 mld
Bitcoin Cash + 352 % 42,7 mld
Litecoin + 5.289 % 12,6 mld
Monero + 2.431 % 5,4 mld
Neo + 54.157 % 4,9 mld

* Performance dall'1/1/2017 al 31/12/2017 (Fonte: Coinmarketcap.com)

* * Market Cap al 31/12/2017 (Fonte: Coinmarketcap.com)

La prima tra le alt-coin possibili eredi del Bitcoin è Litecoin. Creata dall’ex dipendente di Google Charlie Lee nel 2011, è nata con l’obiettivo principale di snellire i tempi di conferma per le transazioni. Settima al mondo per capitalizzazione, nell’idea di Lee un giorno verrà usata per gli acquisti quotidiani e a differenza del Bitcoin, che ha un limite di 21 milioni (di cui 16,7 milioni già in circolazione) è prevista la creazione di 84 milioni di Litecoin.

L’ombra sinistra del cybercrime è stata spesso associata alle criptovalute, soprattutto a quelle che fanno dell’anonimato la propria bandiera. Tra queste c’è Monero, le cui transazioni vengono registrate su un libro mastro che però è inaccessibile. Non a caso gli hackers responsabili del virus WannaCry hanno chiesto un “riscatto” in Monero. Tuttavia, negli USA 45 musicisti (tra cui Lana del Rey e Dolly Parton) hanno deciso di accettare pagamenti in Monero. Nel 2017 ha segnato una performance dello + 2.431%. A differenza del Bitcoin Monero non ha un limite massimo di produzione.

APPROFONDIMENTO
Bitcoin: speculazione o moneta del futuro? Cosa dicono le banche centrali

Di ben altro spessore la crescita del valore di Neo, che nel 2017 è salito addirittura del 54.157 %. Soprannominata “l’Ethereum cinese”, prende il nome dal protagonista di Matrix (prima si chiamava Antshares) ed è stato creato da Erik Zhang e Da Hongfei, considerato un “evangelizzatore” della blockchain. Lo stesso Da Hongfei ha recentemente dichiarato che “ogni tecnologia dirompente, all’inizio, è una bolla” per provare a sgombrare il campo dai timori sulle criptovalute.

Messa a punto dagli sviluppatori di blockchain Input Output Hong Kong (IOHK), Cardano è considerata la vera rivale non tanto del Bitcoin quanto dell’Ethereum. Lanciata pochi mesi fa, la blockchain Cardano e la sua alt-coin Ada sono entrate in brevissimo tempo nella top ten delle criptovalute a capitalizzazione più elevata. I suoi creatori l’hanno definita “la prima blockchain sostenuta da una filosofia scientifica” ma il progetto sta ancora muovendo i primi passi. Nel 2017 Cardano ha quasi raggiunto tremila volte il suo valore rispetto al primo gennaio fino a valere 0,74 dollari.

APPROFONDIMENTO
Bitcoin: le bollicine del possibile contagio

Tra le alt-coin a capitalizzazione più alta figura Ripple, creata nel 2012 da Ryan Fugger, Chris Larsen e Jed McCaleb. Definita dal New York Times come “un incrocio tra Western Union e un cambia valute senza commissioni pesanti”, Ripple in realtà può ospitare transazioni anche in altre criptovalute e offre alle banche un servizio di scambio informazioni a cui lega una valuta virtuale (l’XRP) che in futuro potrebbe essere usata per facilitare gli scambi. Dal primo gennaio al 31 dicembre 2017 il valore di Ripple è aumentato di 38mila volte rispetto agli 0,006 dollari iniziali.

Cresciuta del 464% da giugno 2017 a fine dicembre, Iota è stata lanciata da un team di imprenditori, sviluppatori e matematici. Iota è basata su un libro mastro virtuale e distribuito chiamato Tangle, la chiave che dovrebbe permettere a questa tipologia particolare di blockchain di raggiungere tre obiettivi: zero costi per le transazioni, tansazioni offline e scalabilità infinita. Iota è pensata per l’Internet of Things, da cui prende le prime tre lettere del nome.

Bitcoin cash è forse la più conosciuta, insieme all’Ethereum, tra le alt-coin. Dall’inizio degli scambi, a luglio 2017, è cresciuta del 352%. Bitcoin cash è nata da uno scisma interno al mondo del Bitcoin, pensata e creata da un manipolo di “ribelli” stufi dalla lentezza sempre maggiore negli scambi della principale criptovaluta. I puristi del Bitcoin, neanche a dirlo, la ritengono una degenerazione che tradisce le idee del progetto originale, tra cui la decentralizzazione del controllo.

AGGIORNAMENTO: Giornata da incubo, quella del 16 gennaio, per le criptovalute. Tutte le principali monete elettroniche sono state colpite da cali cali a doppia cifra. Bitcoin -13% (sotto i 12 mila dollari), ai minimi da un mese e mezzo. Ethereum in mattinata è crollato del 17%, avvicinandosi quasi alla soglia dei 1000 dollari. Ripple ha perso oltre 20 punti a 1,43 dollari. A scatenare i crolli è stata un'indiscrezione diffusa da Reuters, secondo cui la banca centrale cinese avrebbe intenzione di vietare il trading centralizzato delle criptovalute. Una notizia che arriva dopo la stretta agli scambi di criptovalute ipotizzata dalla Corea del Sud.
Share:
Trending