Contatti

BTP

Obbligazioni, il problema della liquidità è sottostimato

24 Giugno 2016 09:34
financialounge -  BTP corporate bond liquidità mercati obbligazionari Pictet
Per capire quali pericoli corre chi investe oggi in un titolo obbligazionario è sufficiente fare riferimento al BTP decennale che rende attualmente circa l’1,50% all’anno. Il rendimento medio del BTP  decennale italiano dall’introduzione dell’euro (gennaio 1999), si attesta al 3,87% mentre il livello minimo precedente (cioè quello che il BTP decennale aveva registrato tra il 1999 e i 2014) si posizionava al 2,63%.

Ebbene, se il tasso del BTP decennale salisse solo di mezzo punto percentuale il suo prezzo di mercato calerebbe del 4,5%, ovvero tre annualità del rendimento attuale. Se il tasso del BTP decennale salisse fino al valore minimo del periodo 1999-2014 (2,63%), il suo prezzo scenderebbe del 10,2% mentre nel caso in cui il tasso di rendimento del BTP decennale ritornasse sulla media storica dell’era dell’euro (3,87%), la perdita di valore sarebbe addirittura del 21,3%. Secondo gli addetti ai lavori, alle attuali quotazioni, il mercato obbligazionario dell’Italia (e dell’Europa più in generale) è vulnerabile a un sell-off (vendita di titoli senza limitazione di prezzo e di quantità) quanto quello degli Stati Uniti o delle piazze emergenti. Non solo.

Secondo gli esperti della Pictet Asset Management, c’è un altro pericolo sottostimato: questi mercati hanno in comune la riduzione della liquidità. “Dalla Grande Recessione del 2008 la liquidità, ovvero la capacità di acquistare o vendere un titolo senza esercitare un impatto negativo sul prezzo, è notevolmente peggiorata in molte asset class obbligazionarie” fanno presente i professionisti di Pictet AM secondo i quali tale fenomeno è dovuto a due trend opposti.

Il primo è la crescita esplosiva degli strumenti fixed income detenuti dai fondi che offrono agli investitori la possibilità di rimborso con breve preavviso. Il secondo, sintomo dell’inasprimento della regolamentazione bancaria, è un calo quasi altrettanto brusco del volume di corporate bond in dotazione presso gli intermediari di mercato. Le posizioni in corporate bond dei fondi comuni sono cresciute di 1.200 miliardi di dollari Usd dal 2009. Per contro, dato l’aumento dei costi di detenzione di tali titoli nei bilanci bancari, le scorte obbligazionarie dei broker-dealer statunitensi sono crollate da 350 miliardi ad appena 50 miliardi di dollari nello stesso periodo.

La combinazione di queste variabili danno luogo a un potenziale forte squilibrio fra le richieste di rimborso degli investitori e la capacità di un fondo di vendere bond con breve preavviso a un prezzo ragionevole: una discrepanza che potrebbe amplificare un sell-off.
Share:
Trending