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Columbia Threadneedle Investments

Obbligazioni, forse potrebbe concludersi la fase rialzista degli ultimi 35 anni

Il protezionismo potrebbe comportare un indebolimento delle forze disinflazionistiche che hanno alimentato la lunga fase rialzista delle obbligazioni.  

14 Luglio 2017 09:40
financialounge -  Columbia Threadneedle Investments mercati obbligazionari populismo Toby Nangle

Se l’attuale fase toro del mercato azionario può sembrare lunga (siamo entrati nel nono anno) allora quella rialzista del mercato obbligazionario può essere definita ‘matusalemme’. Infatti è da 35 anni che i tassi dei mercati obbligazionari continuano a scendere mentre le quotazioni dei titoli (che si muovono in direzione opposta) salgono.

Un fenomeno che ha visto sperimentare per la prima volta nella storia anche i tassi negativi: ancora oggi, circa il 20% dei titoli di stato mondiali evidenzia un rendimento negativo. Tuttavia, secondo Toby Nangle, Co-responsabile asset allocation globale e Responsabile multi-asset, EMEA di Columbia Threadneedle Investments, il protezionismo potrebbe essere l’elemento scatenante l’orso sul mercato obbligazionario.

“Il protezionismo minaccia di far naufragare il modello della ‘nuova globalizzazione’, che fa leva sul bacino di manodopera globale a basso costo e che consente alle aziende di aumentare i margini di profitto grazie a risparmi in termini di efficienza” fa presente Toby Nangle che poi aggiunge: “Arrestando il processo di globalizzazione si indebolirebbero le forze disinflazionistiche che hanno sostenuto il mercato obbligazionario rialzista degli ultimi 35 anni, con potenziali effetti deleteri per le valutazioni di tutti gli asset finanziari”.

Secondo molti osservatori la globalizzazione viene ritenuta responsabile dei mali dell’economia mondiale: proprio l’affermazione della globalizzazione ha provocato la stagnazione dei salari che, a sua volta, ha alimentato l’ascesa del populismo in Occidente.

“Tuttavia a nostro avviso la deglobalizzazione sarebbe costosa e destabilizzante per tutte le regioni del mondo” sostiene Toby Nangle, secondo il quale, in uno scenario nel quale prevalesse il protezionismo, la selezione dei titoli acquisterebbe maggiore rilievo, data la forte dispersione dei risultati a livello di singoli titoli.
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