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News & Views – 22 gennaio 2018

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

22 Gennaio 2018 09:23
financialounge -  davos donald Trump elezioni Emmanuel Macron italia News & Views Wall Street

Wall Street e il calendario della Storia
Molti si aspettavano una partenza d’anno nel segno della sazietà e di una sana pausa digestiva per la Borsa americana. Che invece ha addirittura accelerato. Cosa segnala una partenza d’anno a razzo? Storicamente, secondo una tabellina di Bespoke che torna indietro nel tempo fino al 1928, è già successo 18 volte che Wall Street abbia messo a segno un rialzo del 3% o superiore nelle prime 9 sedute dell’anno. In media del campione, il mese successivo è stato piatto, mentre sulla distanza di sei mesi e anche la parte restante dell’anno i ritorni sono stati in prevalenza positivi. Solo in quattro anni su 18 l’anno si è chiuso con il segno meno: nel 1931, nel 1932, nel 1946 e nel 1987. Quest’ultimo fu l’anno del crash, quando tra un venerdì e un lunedì di ottobre il Dow Jones perse un quarto del suo valore. Era partito alla grande, più 8,5% nelle prime 9 sedute, nei primi sei mesi aveva guadagnato oltre il 18% e a fine anno il consuntivo era -5,9%. Tutto sommato un anno di assestamento, il grande ciclo al rialzo iniziato con Reagan e destinato a concludersi nel 2000 era appena iniziato.

Gioco italiano a somma zero
È quello che prevede il WSJ come esito delle elezioni italiane che arrivano tra poco più di un mese. Quando il presidente Mattarella sciolse le Camere a fine anno, FinanciaLounge avvertì che i mercati accendevano i riflettori sul Belpaese. Settimana scorsa il giornale che per i mercati è una specie di Bibbia ha dedicato due editoriali in tre giorni al voto di marzo. Il primo per segnalare la resurrezione di Berlusconi, ma anche per ricordargli che ha avuto quasi 10 anni di tempo come capo del governo per introdurre la flat tax che ora sta impugnando come bandiera della campagna elettorale. Nel secondo il giornale di Wall Street prevede che i ‘saggi’ italiani faranno in modo che dalle elezioni non esca un vincitore. Il ‘Genio’ politico italiano, scrive Joseph C. Sternberg, farà in modo che dalle urne esca un ‘onesto, instabile governo, che sarà sicuramente migliore di un netto vincitore con pretese di stabilità’. Gli italiani, prosegue, intuiscono che non possono permettersi di affidare a uno qualunque degli sbiaditi contendenti un mandato forte che non si merita.

Tutti a Davos, ma prima a Versailles
Martedì 23 parte sulle nevi svizzere il World Economic Forum con Trump ospite d’onore. È il primo presidente USA dai tempi di Clinton, l’anno scorso il tappeto rosso era stato srotolato per il cinese Xi Jinping. Ma quest’anno c’è una novità. Oggi infatti 140 dei big globali diretti a Davos faranno tappa a Versailles, dove Napoleon-Macron ha organizzato il suo personale forum globale, quasi un incoronamento alla Carlo Magno in un’Europa dove gli altri presunti leader, dalla Merkel alla May a Rajoy, si aggirano come pallidi fantasmi in cerca di se stessi. Ci saranno i numeri uno di Coca Cola e Goldman, il grande capo di JP Morgan Dimon e il COO di Facebook Sandberg, i CEO di Bain and Company, Siemens, Rolls-Royce, UPS, GSK, General Mills e Merck. Ma alcuni non sono stati invitati, come Pepsi-Cola, ‘colpevole’ di aver tentato di prendersi Danone nel 2005, o General Electric, ‘colpevole’ di aver minacciato licenziamenti in Francia. Slogan del summit: ‘Choose France’. Sembra copiato dall’America First di Donald Trump. Che sicuramente ha molti detrattori, ma anche molti imitatori.
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