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News & Views – 19 marzo 2018

Insight dalla redazione di FinanciaLounge su quello che si muove nelle economie e nei mercati.

19 Marzo 2018 09:05
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Mercati alla prova della Fed
Martedì e mercoledì il primo FOMC presieduto da Jay Powell dovrebbe alzare i tassi dei Fed Funds dall’1,50 all’1,75%. L’economia va e il mercato del lavoro continua a creare posti. Tre rialzi in corso d’anno sono scontati, qualcuno si aspetta, o teme, che possano diventare quattro. Ma non c’è solo la Fed, giovedì tocca a Bank of England, che potrebbe preparare il terreno per un rialzo a maggio, visto che l’inflazione viaggia ben sopra il target con l’economia che rischia di surriscaldarsi. Da Londra a Pechino, dove il Congresso del Popolo decide oggi il primo avvicendamento alla guida della banca centrale dopo 15 anni. Domani invece i ministri delle finanze del G-20 presenteranno il nuovo outlook dell’economia globale in occasione del primo vertice dell’anno che si tiene a Buenos Aires. C’è da scommettere che il tema che farà notizia sarà la guerra dei dazi che Trump avrebbe lanciato contro il resto del mondo. Anche perché venerdì invece è il giorno in cui diventano effettive le tariffe del 25 e del 10% su acciaio e alluminio importato in America. Canada e Messico sono già stati graziati e forse anche l’Australia alla fine sarà risparmiata.

Wall Street continua il nuovo gioco
Si chiama ‘sell the rally’, vale a dire vendere sui rialzi, e per i lettori di FinanciaLounge non è una novità perché abbiamo cominciato a parlarne nel Caffè Scorretto del 5 marzo. Per la terza settimana consecutiva, infatti, l’S&P 500 ha ribaltato in parte o integralmente la performance della settimana prima chiudendo in negativo dell’1,2% dopo il +3.5% delle cinque sedute precedenti. Le scuse per dare un a spiegazione non mancano, dalla guerra tariffaria di Trump allo stop alla allo stop alla fusione tra Broadcom e Qualcomm. Sta di fatto che molti fattori che influenzavano il mercato da tre settimane contano meno, come l’atteso rialzo dei tassi della Fed che portava a comprare i bancari e a vendere le utility o le puntate sicure sui tecnologici. Anche gli altri indici si muovono allo stesso modo, il Dow in settimana è scivolato dell’1,5% dopo aver quadagnato il 3% la precedente mentre il Nasdaq 100 ha restituito i guadagni cedendo l’1,1%. La regola vale perfino per l’indice della volatilità e della paura, il Vix, che ha chiuso la settimana in rialzo del 7,9% dopo il calo del 25% quella prima.

Bitcoin alla prova del fuoco
Anzi del Fisco, quello americano, quello che ti insegue in capo al mondo e alla fine ti fa pagare. L’anno scorso l’Internal Revenue Service, l’ufficio delle tasse, è riuscito a imporre di farsi consegnare da Coinbase, la piattaforma basata a San Francisco per lo scambio di criptovalute, i dati di circa 20 milioni di utenti. In questi giorni sta acquisendo i nomi di 13.000 titolari di conti che hanno scambiato monete digitali per oltre 20.000 dollari tra il 2013 e il 2015: nomi codici fiscali, data di nascita, indirizzo, nomi delle controparti. Ora gli uomini del fisco federale li stanno passando al setaccio per capire se e quante tasse hanno evaso e se e quanto devono pagare. La spietatezza del fisco americano è leggendaria, è quello che è riuscito a rompere il segreto bancario svizzero e a far pagare, dal 2009 ad oggi, qualcosa come 11 miliardi di dollari a 56.000 americani che si erano nascosti dietro conti offshore. Se il Bitcoin riesce a superare la prova vuol dire che ha un futuro. Che non sarà comunque semplice. Tra le pieghe della riforma fiscale di Trump c’è una norma che prevede che dal 1 gennaio 2018 anche gli scambi tra criptovalute, ad esempio Bitcoin contro Ether, saranno tassati.
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