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Come influiscono i movimenti del dollaro sull'inflazione USA
Il dollaro ponderato sul commercio è sceso del 7 per cento quest'anno: un movimento che potrebbe determinare un incremento dell’inflazione USA dello 0,14%
8 Dicembre 2017 07:59
La strategia dell’amministrazione Trump di ostacolare a parole il commercio globale o, addirittura, di minacciare guerre commerciali, ha facilitato l’indebolimento del dollaro americano permettendo al made in USA di essere più competitivo sui mercati internazionali.
Il problema è che il trade-weighted dollar (il dollaro ponderato sul commercio) è sceso del 7 per cento dall’inizio di quest’anno, gettando ombre sull’inflazione futura.
Infatti, i cambiamenti nei prezzi ponderati per il cambio del dollaro incidono sui prezzi delle importazioni. Più in particolare, un calo dell'1 per cento nel dollaro tende ad aumentare i prezzi delle importazioni per consumi per circa lo 0,15 per cento.
I prezzi delle importazione, a loro volta, influiscono direttamente sui prezzi al consumo: un aumento del 1% dei prezzi all'importazione tende ad incrementare di circa lo 0,12 per cento nei prezzi di base dei consumatori.
Applicando la curva di Phillips (in base alla quale un aumento della disoccupazione risulta correlato a un relativo decremento dei prezzi al consumo) emergerebbe che una variazione di un punto percentuale nei prezzi delle importazioni dei beni dei consumatori porta ad una variazione dello 0,12 per cento dei prezzi dell’inflazione core (personal consumption expenditure index).
Riepilogando, sebbene la correlazione tra andamento del dollaro e inflazione si sia indebolita negli ultimi anni, a fronte della variazione del 7 per cento del dollaro dall'inizio dell'anno i prezzi dell’inflazione core statunitense potrebbe aumentare di 0,14 punti percentuali.
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