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Ibrahima Kobar

Mercati obbligazionari, perché gli investitori devono osare

Restano interessanti il debito sovrano dei mercati periferici in Europa e quello dei paesi emergenti, le convertibili e, in modo selettivo, anche gli high yield.

27 Dicembre 2017 09:18
financialounge -  Ibrahima Kobar mercati obbligazionari Natixis Investment Managers tassi di interesse titoli di stato

Se si osserva la performance dell’indice generale dei fondi obbligazionari (+1,11% dal primo gennaio al 20 dicembre scorso) si ha la netta sensazione che il 2017 sia stato un anno poco generoso per i risparmiatori più inclini a questa tipologia di prodotti.

In realtà, osservando più nel dettaglio le sottocategorie obbligazionarie si scopre che si sono delineate ampie divergenze nelle performance.

Infatti se i fondi che investono nei mercati obbligazionari dei Paesi emergenti (+4,85%), gli high yield euro (+5,1%), i corporate bond euro investment grade (+2,13%) e gli obbligazionari flessibili (+2,01%) hanno fornito maggiori soddisfazioni, gli obbligazionari governativi euro a medio lungo termine (+0,3%) hanno deluso mentre gli obbligazionari area dollaro (-8,9%), gli obbligazionari governativi internazionali (-5,92%) e gli obbligazionari governativi euro a breve termine (-0,26%) hanno addirittura fatto perdere denaro.

Alla luce di queste performance sono in molti a pensare che il 2018 possa replicare più o meno lo stesso andamento con una ulteriore aggravante: le politiche monetarie internazionali si muoveranno verso la normalizzazione, ovvero verso un graduale rialzo dei tassi di interesse con inevitabili ripercussioni negative sui prezzi dei titoli di stato e delle obbligazioni.

Non è d’accordo con questa previsione Ibrahima Kobar, Vice Amministratore Delegato e Co-Chief Investment Officer di Natixis Asset Management che, al contrario, ritiene che i fondi  che operano nei mercati obbligazionari offriranno interessanti opportunità nel 2018.

“Stiamo iniziando un periodo positivo per le obbligazioni, con un circolo potenzialmente ‘virtuoso’ in quanto le politiche monetarie sono ben definite e l'andamento dei tassi d'interesse è chiaro" specifica il manager per il quale i rischi politici all'inizio del 2017 sono ormai lontani e, sebbene non si possano escludere shock esterni, i mercati dovrebbero essere nelle condizioni di valutarli.

Infine, il contesto macroeconomico è molto sostenuto e la distorsione delle valutazioni obbligazionarie è destinata ad attenuarsi a seguito della riduzione del programma di acquisto della BCE.

Inoltre il 2018 sarà caratterizzato da una ingente domanda di titoli che renderà le emissioni nei mercati obbligazionari in gran parte oversubscribed (cioè con un elevato rapporto domanda / offerta) a causa della carenza di titoli.

“In un contesto di tassi reali in corso generalmente negativi, è ancora fondamentale cercare il rendimento e quindi gli investitori devono osare" consiglia Ibrahima Kobar che preferisce il debito sovrano dei mercati periferici in Europa, ma soprattutto quello dei paesi emergenti, che, essendo riusciti a contrastare l'inflazione e a rimettersi nel sentiero di crescita, dovrebbero offrire opportunità interessanti, a meno che non ci sia uno shock sui tassi USA e sul dollaro.

Inoltre, sempre secondo il manager, se negli high yield è indispensabile un approccio altamente selettivo, nel segmento delle obbligazioni convertibili sarà possibile bloccare i rendimenti in un contesto positivo sui mercati azionari.

"Infine, sarà fondamentale gestire abilmente la duration (scadenza media dei titoli), l'aspetto storico della performance, attraverso prodotti che combinino titoli a breve e lungo termine per adattarsi a tutte le circostanze "conclude Ibrahima Kobar.
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