Contatti

Aviva Investors

Mercati obbligazionari, come navigare senza l’onda dei facili guadagni

I tassi dovrebbero salire e gli investitori nei mercati obbligazionari diverranno più selettivi: si prevede un anno di maggiore differenziazione nelle asset class.

20 Febbraio 2018 06:32
financialounge -  Aviva Investors Charlie Diebel Colin Purdie debito emergente Edward Hutchings Geoffroy Lenoir inflazione Liam Spillane mercati obbligazionari

Con la lenta ma inesorabile chiusura dell’era caratterizzata da politiche monetarie globali ultra espansive da parte delle banche centrali, le prospettive per i mercati obbligazionari appaiono più fragili rispetto agli ultimi decenni. In uno scenario nel quale l’inflazione costituirà la variabile di maggiore importanza e nel quale si prevede un aumento dei rendimenti, in particolare sulle scadenze più lunghe, e un rischio politico in (moderato) calo, gli esperti obbligazionari di Aviva Investors ritengono che ci sia ancora valore soprattutto nel debito emergente. A patto, però, di utilizzare un approccio selettivo, mentre quello in corso dovrebbe essere un anno impegnativo per le obbligazioni societarie.

Ma procediamo con ordine, per conoscere più nel dettaglio cosa dicono i professionisti di Aviva Investors a proposito dei diversi segmenti dei mercati obbligazionari, a cominciare da Charlie Diebel, Head of Rates di Aviva Investors. Secondo Diebel l’inflazione sarà un tema chiave, dato il ridimensionamento degli acquisti di obbligazioni da parte della banca centrale. “Per la prima volta da anni – spiega Diebel - i mercati dovranno assorbire un’offerta netta positiva. Anche se l’inflazione globale è stata scarsa, laddove dovesse sorprendere in positivo potrebbe pregiudicare la domanda di obbligazioni. Il graduale abbandono della politica espansiva delle banche centrali potrebbe diventare più caotico del previsto”.

Il suo collega Geoffroy Lenoir, Head of Euro Sovereign Rates di Aviva Investors, prevede un aumento dei rendimenti, in particolare sulle scadenze più lunghe, perché gli investitori “affrontano la realtà di un ridimensionamento degli acquisti di obbligazioni da parte della BCE” e il rafforzamento della crescita economica incentiva le pressioni inflazionistiche.

Appare più tranquillo invece Edward Hutchings, Senior UK Sovereign Debt Portfolio Manager di Aviva Investors, che ritiene improbabile per l’anno in corso drastici cambiamenti nelle condizioni di mercato.“I rendimenti dei mercati obbligazionari UK sono elevati, e al contempo sono sostenuti da prospettive positive a livello di crescita economica – afferma Hutchings - questo, insieme a un’inflazione salariale scarsa, significa che la BoE (Bank of England, ndr) adotterà una certa cautela nell’alzare ulteriormente i tassi. Data l’incertezza relativa alle negoziazioni sulla Brexit e il possibile calo dell’inflazione rispetto ai livelli attuali, è improbabile che i rendimenti registrino un netto incremento nell’immediato futuro. Questa situazione potrebbe comunque cambiare nel corso del 2018, in particolare laddove si verificassero dei cambiamenti nel contesto politico interno o degli sviluppi positivi per quanto attiene alla Brexit”.

APPROFONDIMENTO
Mercato azionario, Europa e mercati emergenti in vetrina

Lasciando il Regno Unito, Liam Spillane, Head of Emerging Market Debt di Aviva Investors, ritiene che l’asset class nella quale è specializzato continuerà ad attirare gli investitori anche nel 2018 grazie ai buoni fondamentali dei mercati emergenti. “Ad ogni modo l’anno che abbiamo davanti sarà denso di eventi politici ed elettorali nei nostri mercati, pertanto sarà fondamentale essere selettivi” tiene a precisare Edward Hutchings.

Per quanto riguarda poi i titoli obbligazionari societari, il 2018 dovrebbe essere un anno impegnativo. A sostenerlo è Colin Purdie, Global Head of Investment Grade and Liability-driven Credit di Aviva Investors: “Poiché gli investitori diverranno più selettivi – commenta Purdie - il 2018 potrebbe essere un anno di maggiore differenziazione a livello di credito, in particolare nella seconda metà dell’anno. Con la ‘normalizzazione’ delle curve dei rendimenti dei titoli di Stato, non si verificherà una contrazione degli spread a senso unico, come nel 2017. Alcuni settori del credito, in particolare quelli che sono stati oggetto di acquisti massicci da parte della BCE come le utility, potrebbero risentire di una certa pressione. Dall'altra parte, il debito del settore finanziario europeo dovrebbe proseguire il suo andamento positivo”.
Share:
Trending