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Mercati emergenti, i paesi sui quali puntare nel 2017

I mercati emergenti non sono più un’unica asset class indistinta: nel 2017 avvantaggiati i paesi dai solidi fondamentali come Indonesia, Russia, Brasile e Colombia.

6 Febbraio 2017 09:57
financialounge -  brasile colombia Fondi obbligazionari indonesia Jim Caron mercati emergenti Morgan Stanley Russia

Negli ultimi 5 anni l’investitore obbligazionario che ha sovrappesato il debito emergente in portafoglio ne ha ricavato un beneficio non indifferente. Basti pensare che mentre l’indice generale dei fondi obbligazionari ha registrato una performance quinquennale del +16% (pari al +3,01% annuo composto) quella relativa ai fondi obbligazionari paesi emergenti si è attestata a +24,05% (pari al +4,4% su base annua).

Una scelta, però, che avrebbe comportato un maggior rischio in quanto le oscillazioni dei fondi obbligazionari specializzati sul debito emergente (pari al 5,37%) sono risultate notevolmente superiori a quelle di un comune fondo obbligazionario (2,32%). Non solo.

Negli ultimi anni, e più in particolare dal 2013 in poi (cioè dalle prime indiscrezioni circa una possibile riduzione degli acquisti mensili sul mercato di obbligazioni in dollari USA da parte della Federal reserve), l’universo del debito emergente è diventato meno uniforme, rendendo indispensabile la selezione dei paesi sui quali investire.

Un aspetto, quest’ultimo, che Jim Caron, Managing Director Team Global Fixed Income di Morgan Stanley Investment Management (MSIM) ha ben presente nelle proprie scelte di portafoglio. “L’investimento nei mercati emergenti fa affidamento principalmente su tre fattori. In primis la crescita globale, che quest’anno, in base alle stime del FMI (Fondo Monetario Internazionale) dovrebbe accelerare dello 0,5%, dal 3% al 3,5%. In secondo luogo, il rialzo delle quotazioni delle materie prime, grazie alla stabilizzazione della Cina e dei mercati globali. Infine, le ragioni di scambio. Quest’ultimo fattore rappresenta la maggiore incognita del 2017 poiché non siamo sicuri di quali saranno le politiche commerciali e protezionistiche statunitensi e quali ripercussioni avranno sul mondo emergente” fa presente Jim Caron che, relativamente all’ultimo punto aggiunge: “Nel momento in cui le implicazioni delle politiche commerciali si rivelino meno pesanti rispetto a quanto temuto, i mercati emergenti potrebbero registrare ottime performance nel 2017, specialmente se si considera che i loro fondamentali economici hanno già iniziato a migliorare”.

Ma, e qui sta il punto cruciale, per Jim Caron non tutti i paesi hanno le stesse potenzialità. Secondo il manager, per esempio, un miglioramento delle ragioni di scambio dovrebbe avvantaggiare i Paesi esportatori di materie prime, come Perù, Sudafrica, Colombia, Cile e Russia.

Ne consegue che, all’interno delle obbligazioni in valuta locale dei mercati emergenti, quelle delle nazioni esportatrici di commodity con tassi d’interessi elevati, ma anche con valute sottovalutate, dovrebbero offrire le maggiori opportunità di rendimento come, in particolare Indonesia, Russia, Brasile e Colombia.
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