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Mercati azionari, l'affannosa ricerca della crescita degli utili

In attesa che i profitti aziendali tornino a salire, si preferisce Wall Street al mercato azionario europeo perché meno esposta a problemi politici e al terrorismo.

25 Agosto 2016 09:36
financialounge -  Europa fondamentali mercati azionari politica monetaria USA utili

Sono in molti, tra commentatori e asset manager, a sostenere che la solidità delle attuali quotazioni di Wall Street sia quantomeno anomala (per non dire addirittura a rischio correzione). Il fatto che gli indici di borsa americani (dal Dow Jones all’S&P500 fino al Nasdaq che proprio l'altro ieri ha fissato il suo nuovo massimo storico a 5.275 punti) continuino a ritoccare al rialzo i record storici, senza che vi sia un incremento degli utili aziendali, è infatti visto con una certa preoccupazione.

In pratica, è il loro ragionamento, senza un incremento dei profitti aziendali (che continuano a stagnare da almeno quattro trimestri) gli indici di borsa salgono soltanto grazie alle politiche monetarie ultra accomodanti e non per i fondamentali delle società.

Il problema è che in Europa le cose stanno anche peggio da questo punto di vista. Infatti, in base agli ultimi dati pubblicati da Thomson Reuters sui dati di bilancio del secondo trimestre 2016 delle imprese comprese nell’indice Stoxx 600 (aggiornati al 6 agosto), i ricavi medi sono scesi del 7,8 per cento mentre i profitti sono calati del 5,4%: il rapporto corrente prezzo/utili (p/e) dello Stoxx 600 si attesta di conseguenza a quota 19,3, un livello al di sopra della media degli ultimi dieci anni (16,0).

Pertanto a parità di contesto (politiche monetarie tendenzialmente espansive) e di valutazioni (il rapporto p/e di Wall Street è intorno a quota 19,0), gli investitori preferiscono privilegiare il mercato azionario americano perché (almeno fino alle elezioni presidenziali USA di novembre) è meno esposto ai problemi politici e agli atti terroristici. In attesa della tanto attesa crescita degli utili.
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